I primi 10 paesi produttori di gas naturale nel mondo
Quale è la mappa globale della produzione di gas naturale? Ecco i numeri che spiegano quali sono i paesi che producono e quelli che consumano la maggior parte del gas mondiale.
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Quale è la mappa globale della produzione di gas naturale? Ecco i numeri che spiegano quali sono i paesi che producono e quelli che consumano la maggior parte del gas mondiale.
Si sta avverando lo scenario peggiore. La Russia taglia il gas alla Polonia e alla Bulgaria di fronte al rifiuto di pagare le forniture in rubli.
L’aumento dei prezzi sta costringendo milioni di britannici a scegliere tra pagare il cibo o pagare le bollette per il riscaldamento e l’elettricità.
La Russia è pronta a vendere petrolio a qualsiasi prezzo, ma soltanto a paesi amici. Le sanzioni occidentali potrebbero ridurre le esportazioni russe di circa 3 milioni di barili al giorno per questo trimestre.
La Germania si sta preparando per il taglio delle forniture di gas o da parte della Russia come rappresaglia per le sanzioni o come embargo energetico europeo.
Cosa succederà al settore dell’acciaio e dell’alluminio in Europa quando arriverà il razionamento del gas? Perché anche se nessuno sa quando, è ragionevolmente certo che ciò avverrà.
Le politiche dell’Europa sulle energie rinnovabili mostrano tutte le loro gravi carenze e, nel bel mezzo della crisi energetica, si ricorre ai combustibili fossili, carbone compreso.
Il prezzo che l’Europa deve pagare per staccarsi dal gas e dal petrolio russo continua a crescere, soprattutto a causa dei metalli che serviranno per la transizione energetica.
La Germania sta valutando l’idea di nazionalizzare le unità tedesche di Rosneft e Gazprom, per i timori che le due società falliscano a causa delle sanzioni.
Le raffinerie russe hanno ridotto la produzione di diesel mentre le scorte in quasi tutti i paesi erano già scarse. Il prossimo passo sarà il razionamento.
Il nuovo accordo tra Stati Uniti e Unione Europea ha lo scopo di ridurre la dipendenza dalla Russia. In realtà rafforzerà la dipendenza dai combustibili fossili e porterà a irrimediabili conseguenze climatiche.
L’OPEC non ha commentato l’invasione russa dell’Ucraina. Ha invece manifestato preoccupazioni per un eventuale embargo petrolifero della UE alla Russia.
I titoli azionari delle aziende minerarie e i fondi nel settore dell’uranio salgono mentre gli Stati Uniti pensano di sanzionare il principale fornitore russo.
Con i prezzi del carbone a livelli altissimi, l’Europa non sanziona le importazioni russe e decide di usare il peggiore (per l’ambiente) tra i combustibili fossili.
Gli esperti ritengono che i prezzi del gas in Europa potrebbero battere il record di 4.000 dollari nel prossimo futuro.
Secondo vice primo ministro russo, il divieto delle forniture di petrolio dalla Russia spingerà i prezzi a record senza precedenti.
È spiacevole essere catastrofisti, ma la partita che l’Unione Europea sta giocando con la Russia è sulla buona strada per finire in una catastrofe.
I cittadini europei non si sono ancora resi conto dei rischi che corrono a causa della guerra Russia-Ucraina, a partire dai 15 reattori nucleari ucraini.
Il Ministro dell’Energia del Qatar ha dichiarato che può dirottare solo il 10-15% dei suoi contratti di GNL (gas liquido) verso l’Europa.
I produttori di gas naturale statunitensi e i trader internazionali si stanno affrettando a vendere GNL all’Europa a prezzi esorbitanti, con profitti che nessuno poteva neanche immaginare.
Il prezzo che le famiglie di alcuni paesi europei dovranno pagare per il gas naturale è spropositato rispetto al passato. L’Italia è tra i paesi più colpiti.
La crisi tra Russia e Ucraina ha messo in allerta i mercati energetici. Una interruzione delle esportazioni russe di petrolio e gas in Europa potrebbe finire in un disastro.
Dopo un 2021 al rialzo, quali sono le prospettive dell’uranio per il 2022? Esaminiamo i tagli dell’offerta e l’aumento della domanda.
Il grande nervosismo che circola sui mercati del gas e del petrolio non preannuncia nulla di buono. Se ci sarà un embargo alla Russia, per gli europei ci sarà molto da perdere.
Il governo olandese appena insediato ha un ambizioso programma energetico, che prevede la costruzione di due nuove centrali nucleari.
Anche se la Cina è il principale paese emettitore di CO2, l’americano medio ne produce 14,4 tonnellate all’anno contro le 7,7 tonnellate di un cinese.
La rabbia popolare per gli aumenti dei prezzi del carburante in Kazakistan si sta trasformando in violente proteste politiche contro il governo.
Altre brutte notizie sul fronte energetico. Il cambiamento climatico minaccia seriamente le riserve di gas e petrolio del pianeta, con effetti che sono già visibili.
In Europa, la crisi energetica si fa sentire: in Kosovo ci sono continui blackout che colpiscono la maggior parte dei suoi due milioni di cittadini.
Ci aspettano settimane critiche. Se il freddo sarà intenso, il collasso del sistema energetico ci farà dimenticare anche il COVID.