Ritorno al carbone: chi ne brucerà di più e chi se ne avvantaggerà?
Alcuni paesi nell’Unione Europea sono in grado di sostituire completamente l’uso del gas facendo funzionare a pieno regime centrali elettriche a carbone.
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Alcuni paesi nell’Unione Europea sono in grado di sostituire completamente l’uso del gas facendo funzionare a pieno regime centrali elettriche a carbone.
Dal 10 giugno, il prezzo del gas presso l’hub olandese TTF, il punto di riferimento per l’Europa, è aumentato del 55%.
L’Unione Europea è nel bel mezzo di un enigma energetico: comprare carbone o mantener fede agli impegni sul clima?
Le sanzioni occidentali hanno bloccato i pezzi di ricambio per il gasdotto che rifornisce l’Europa proprio mentre si stanno cercando di riempire i depositi di gas per l’inverno. Italia e Germania tra i paesi maggiormente penalizzati.
Gazprom ha limitato la fornitura di gas naturale alla Germania attraverso il gasdotto Nord Stream del 40%, per motivi tecnici.
In vista di un inverno difficile, l’Ucraina ferma le esportazioni di carbone, petrolio e gas. Ma, con ogni probabilità, non se ne accorgerà nessuno.
Il mercato petrolifero mondiale resta in deficit strutturale e avrebbe bisogno di prezzi molto più alti per ritrovare il suo equilibrio.
I prezzi del petrolio sono saliti alle stelle dall’inizio dell’anno, spingendo i prezzi della benzina ai massimi storici. Quanto in alto saliranno?
Mentre si avvicina la data di entrata in vigore del divieto di importazione di carbone russo nell’Unione Europea, chi può compra tutto il carbone che riesce.
Russia e Unione Europea sono diventati due mondi completamente diversi tra loro. Da una parte i consumatori vedono i prezzi della benzina che scendono, mentre dall’altra sono alle prese con prezzi cresciuti a dismisura.
Mentre l’Ucraina interrompe una parte dei flussi di gas russo, cresce il timore che una grave interruzione delle forniture russe all’Europa possa avvenire per mano ucraina.
La produzione mondiale di petrolio ha continuato a crescere nel corso degli anni. Ecco quali sono i primi dieci paesi produttori del mondo.
I flussi di gas russo verso l’Europa attraverso l’Ucraina stanno diminuendo. Kiev ha interrotto l’uso di una via di transito chiave per le consegne di gas russo.
L’India vuole comprare petrolio russo a meno di 70 dollari al barile. Solo nel mese di maggio potrebbe importare fino a 15 milioni di barili.
Quale è la mappa globale della produzione di gas naturale? Ecco i numeri che spiegano quali sono i paesi che producono e quelli che consumano la maggior parte del gas mondiale.
Si sta avverando lo scenario peggiore. La Russia taglia il gas alla Polonia e alla Bulgaria di fronte al rifiuto di pagare le forniture in rubli.
L’aumento dei prezzi sta costringendo milioni di britannici a scegliere tra pagare il cibo o pagare le bollette per il riscaldamento e l’elettricità.
La Russia è pronta a vendere petrolio a qualsiasi prezzo, ma soltanto a paesi amici. Le sanzioni occidentali potrebbero ridurre le esportazioni russe di circa 3 milioni di barili al giorno per questo trimestre.
La Germania si sta preparando per il taglio delle forniture di gas o da parte della Russia come rappresaglia per le sanzioni o come embargo energetico europeo.
Cosa succederà al settore dell’acciaio e dell’alluminio in Europa quando arriverà il razionamento del gas? Perché anche se nessuno sa quando, è ragionevolmente certo che ciò avverrà.
Le politiche dell’Europa sulle energie rinnovabili mostrano tutte le loro gravi carenze e, nel bel mezzo della crisi energetica, si ricorre ai combustibili fossili, carbone compreso.
Il prezzo che l’Europa deve pagare per staccarsi dal gas e dal petrolio russo continua a crescere, soprattutto a causa dei metalli che serviranno per la transizione energetica.
La Germania sta valutando l’idea di nazionalizzare le unità tedesche di Rosneft e Gazprom, per i timori che le due società falliscano a causa delle sanzioni.
Le raffinerie russe hanno ridotto la produzione di diesel mentre le scorte in quasi tutti i paesi erano già scarse. Il prossimo passo sarà il razionamento.
Il nuovo accordo tra Stati Uniti e Unione Europea ha lo scopo di ridurre la dipendenza dalla Russia. In realtà rafforzerà la dipendenza dai combustibili fossili e porterà a irrimediabili conseguenze climatiche.
L’OPEC non ha commentato l’invasione russa dell’Ucraina. Ha invece manifestato preoccupazioni per un eventuale embargo petrolifero della UE alla Russia.
I titoli azionari delle aziende minerarie e i fondi nel settore dell’uranio salgono mentre gli Stati Uniti pensano di sanzionare il principale fornitore russo.
Con i prezzi del carbone a livelli altissimi, l’Europa non sanziona le importazioni russe e decide di usare il peggiore (per l’ambiente) tra i combustibili fossili.
Gli esperti ritengono che i prezzi del gas in Europa potrebbero battere il record di 4.000 dollari nel prossimo futuro.
Secondo vice primo ministro russo, il divieto delle forniture di petrolio dalla Russia spingerà i prezzi a record senza precedenti.