Il mercati di gas e petrolio ci dicono che siamo ad un passo dal disastro

Il grande nervosismo che circola sui mercati del gas e del petrolio non preannuncia nulla di buono. Se ci sarà un embargo alla Russia, per gli europei ci sarà molto da perdere.

Quando un mercato è anelastico, ciò si traduce in prezzi altamente volatili. Il mercato dell’energia ha proprio queste caratteristiche.

Purtroppo, i politici europei, con in testa quelli italiani, hanno un’ossessiva antipatia per i combustibili fossili, anche se di fatto svolgono ancora un ruolo vitale in tutto il mondo. Ma quello che non vogliono proprio capire è che il passaggio ad un mix di fonti energetiche più sostenibili non può arrivare in fondo senza combustibili fossili.

Pagheremo per una scelta incosciente e folle

Fino a quando la scelta incosciente di abbandonare i combustibili fossili e il nucleare riguardava soltanto l’Italia, i mercati dell’energia non ne venivano minimamente influenzati. Gli italiani continuavano a comprare petrolio, gas naturale ed energia nucleare dall’estero e potevano far finta di non vedere che gli effetti deleteri sull’ambiente cadevano comunque sull’intero pianeta.

Ma quando paesi come la Germania hanno chiuso le centrali nucleari e hanno dato fondo alle riserve di gas naturale, il problema è esploso. Con la stagione invernale, tale follia ha contribuito a quadruplicare i prezzi spot del gas europeo, con un aumento dei costi dell’elettricità e la chiusura di impianti industriali ad alta intensità energetica, come la fusione di alluminio e zinco, i prodotti chimici e i fertilizzanti.

I prezzi di petrolio e gas volano e gli speculatori ringraziano

Naturalmente, quando le acque diventano torbide, i pescicani hanno vita facile. I trader stanno massimizzando i vantaggi di una simile rigidità del mercato. La scorsa settimana i prezzi del Brent hanno superato 90 dollari al barile per la prima volta in sette anni.

Inoltre, la speculazione su un possibile embargo sul petrolio russo continua a spingere i prezzi in alto. Nel caso di un embargo, l’Europa ha molto da perdere, almeno tanto quanto la Russia che fornisce oltre il 40% delle importazioni di gas naturale dell’Unione Europea.

Gli scenari che si prospettano sono drammatici, mentre c’è da rimanere a bocca aperta della totale mancanza di consapevolezza degli italiani sui rischi che stiamo correndo. Se la crisi energetica dovesse malauguratamente peggiorare, forse, qualcuno si accorgerà finalmente che i veri problemi non sono il Festival di Sanremo o il Green Pass.

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