Arabia Saudita: il grande gioco del petrolio
L’Arabia Saudita ha appena aumentato la produzione di petrolio ad un livello record, mai raggiunto nella storia. Lo sta facendo in un momento di prezzi del petrolio da record negativo. Cosa ha in mente?
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L’Arabia Saudita ha appena aumentato la produzione di petrolio ad un livello record, mai raggiunto nella storia. Lo sta facendo in un momento di prezzi del petrolio da record negativo. Cosa ha in mente?
Il recente e storico accordo sul nucleare iraniano, avrà importanti e significative ripercussioni sul prezzo del petrolio internazionale, anche se in tempi meno rapidi di quanto molti temevano.
Il picco mondiale della produzione di petrolio convenzionale è avvenuto nel 2005-2006, ma l’offerta di combustibili liquidi non è diminuita, principalmente a causa dei giacimenti di “petrolio di scisto” (o “tight oil”) recentemente sviluppati. Con l’incombente picco mondiale di “tutti i liquidi” è probabile che l’industria tenterà un nuovo e strenuo sforzo per strizzare le ultime gocce di petrolio liquido da qualsiasi fonte ci sia a disposizione, a prescindere da quanto sia sporca e costosa.
La mappa della produzione di combustibile nucleare nel mondo può fornire preziose indicazioni sulla distribuzione del “potere dell’energia” a livello geografico.
L’attuale collasso dei prezzi del petrolio trova qualche parallelo con un caso molto più vecchio: quello dell’olio di balena e delle “ossa di balena” nel 19° secolo, essendo entrambi beni che hanno sofferto dell’esaurimento e di un picco di produzione.
Un articolo del 2008 del Prof. Ugo Bardi, quando i prezzi del petrolio viaggiavano verso i massimi, ci aiuta a capire meglio le dinamiche di una risorsa naturale a cui la nostra società ha affidato il proprio destino.
La crisi mondiale del mercato del carbone ha risvegliato l’interesse della Glencore, il più grande trader del mondo, per l’intero settore. Lo shopping di miniere di carbone in saldo è cominciato.
La prima banca nucleare del mondo verrà inaugurata in Kazakistan tra due anni e tra i principali finanziatori del progetto c’è il miliardario americano Warren Buffett.
Se i prezzi della benzina si sono parzialmente ridimensionati, lo si deve alla guerra dei prezzi tra Arabia Saudita e Stati Uniti che sta sconvolgendo il mercato petrolifero e delle materie prime di tutto il mondo.
Le prospettive dell’uranio sembrano molto promettenti, anche grazie alla politica energetica della Russia che mira a dominare l’industria nucleare mondiale.
Arrivano segnali sempre più numerosi che preannunciano un boom della domanda sul mercato del litio. Tutto fa pensare che, nei prossimi anni, diventerà una fonte di energia critica e indispensabile.
Nonostante il rallentamento dell’economia cinese, le importazioni di petrolio greggio continuano ad aumentare per soddisfare l’insaziabile fame di energia del gigante asiatico.
Il previsto riavvio di 2 reattori nucleari giapponesi è stato fermato dalla sentenza di un tribunale. L’episodio è sintomatico del dilemma in cui si trova il paese: rinunciare o meno al nucleare?
Per conoscere il destino dei prezzi del petrolio e di tutte le altre materie prime, basta attendere la prossima riunione dell’OPEC che si preannuncia ricca di colpi di scena. Ecco cosa sta bollendo in pentola…
Dopo anni di quotazioni record, come molte altre materie prime, il mercato del petrolio è faticosamente alla ricerca di un nuovo equilibrio, il cui baricentro si sta irrimediabilmente spostando dalla penisola arabica al Nord America.
Il mercato dell’uranio è abituato a ragionare su tempi lunghi e nei prossimi dieci anni gli osservatori si attendono che i prezzi attuali possano almeno raddoppiare. Ecco perchè…
Se il futuro dell’economia globale dipendesse dal carbone, ci sarebbe seriamente di che preoccuparsi. Eccesso di offerta e calo della domanda caratterizzeranno il mercato del carbone ancora per mesi.
Lo scorso anno tutti gli analisti prevedevano prezzi dell’uranio in crescita e un mercato toro. In realtà si è verificato esattamente l’opposto. Tutto rimandato all’anno appena cominciato?
Un reattore piccolo e sicuro che potrebbe rivoluzionare tutta l’industria del nucleare e, conseguentemente, tutto il mercato energetico globale.
Il mercato del litio, della grafite e del cobalto attende con ansia l’inaugurazione della nuova fabbrica di batterie della Tesla.
Il fabbisogno energetico cinese porterà alla costruzione di un numero enorme di centrali nucleari e altri impianti per produrre energia. Tra le priorità quella di ridurre l’inquinamento atmosferico.
Siglato il secondo accordo tra Russia e Cina sul gas naturale. Mosca non sembra incontrare alcun problema nel trovare altri clienti per il proprio gas anche al di fuori dell’Europa.
Le ultime eruzioni vulcaniche in Giappone, oltre a provocare numerose vittime, alimentano una crescente preoccupazione sull’imminente riavvio dei reattori nucleari.
Il mercato internazionale energetico sta attraversando un momento difficile a causa dei prezzi troppo bassi del gas naturale. Gli effetti della crisi tra Russia e Ucraina giocano un ruolo determinante.
Dove viene prodotto l’uranio nel mondo? Chi detiene la maggior parte di una risorsa così strategica e importante per l’approvvigionamento energetico e per gli arsenali militari?
Le risorse europee di gas naturale non sono sufficienti a fronteggiare un eventuale interruzione delle forniture provenienti dalla Russia. Se nel breve termine non esistono strade alternative percorribili, per il futuro alcune aziende cercano nuovi depositi e giacimenti di gas naturale, soprattutto in Italia.
La miniera di uranio più grande del mondo ha chiuso. È arrivato il momento che il mercato attendeva da mesi e i prezzi cominceranno a salire drasticamente?
Un recente studio evidenzia come l’impiego delle energie rinnovabili negli impianti minerari porterebbe grossi benefici economici per le società minerarie. Se i risultati dello studio verranno tradotti nella realtà potremmo assistere ad una crescita del mercato delle energie rinnovabili in tutto il mondo.
Sarebbero i primi due reattori nucleari a ripartire dopo l’incidente di Fukushima, giorno dal quale il Giappone dipende totalmente dagli approvvigionamenti esteri di combustibili fossili.
I prezzi dell’uranio sono sempre più depressi e nel breve termine nessuno si aspetta qualche miglioramento, ma nel lungo termine …