Il futuro promette bene per l’uranio

Il mercato dell’uranio è abituato a ragionare su tempi lunghi e nei prossimi dieci anni gli osservatori si attendono che i prezzi attuali possano almeno raddoppiare. Ecco perchè…

Il recente passato dell’uranio è stato caratterizzato da un eccesso di scorte che, sommate alle nuove produzioni, ha portato ad un’offerta superiore alla domanda del mercato.

Per comprendere meglio il funzionamento di un mercato come quello dell’uranio, è indispensabile approfondire i meccanismi che lo governano. Esistono infatti due principali fonti di uranio: le miniere, che contribuiscono per circa i tre quarti della domanda globale, e le fonti secondarie. Le fonti secondarie sono le scorte governative e l’uranio sterile riarricchito.

Attualmente, sia Stati Uniti che Russia stanno vendendo uranio sul mercato attingendolo dalle proprie scorte.

Per quanto riguarda i prezzi, la quotazione spot è a circa 37 dollari per libbra (U3O8), mentre il prezzo per contratti a lungo termine arriva a 49 dollari per libbra. Prezzi bassi, che di certo non incentivano la produzione ne l’avvio di nuovi impianti.

La produzione mineraria annua attuale ammonta a 68.000 tonnellate, una quantità molto alta rispetto allo scorso decennio e che costringerà il mercato nei prossimi anni a produrre non più di 11.000 tonnellate all’anno, se i prezzi non subiranno un cambiamento.

Guardando invece alla domanda di nucleare, la Francia e gli Stati Uniti occupano i primi posti, seguiti da Russia, Cina e Corea del Sud.

La Cina ha però in programma di avviare numerosi reattori nucleari (“1000 reattori nucleari per la Cina“), così come anche la Russia, l’India e la Corea del Sud, cosa che farà crescere la domanda di uranio come combustibile nucleare nei prossimi cinque anni. Per questo motivo gli analisti ritengono che i prossimi 15 anni vedranno un tasso di crescita del mercato del 3%, la più grande crescita mai registrata dal 1970 e che porterà ad un deficit significativo entro la fine del decennio.

E i prezzi? Le attese sono che i prezzi dell’uranio arrivino a 70 dollari per libbra nei prossimi due o tre anni.

Inoltre, un evento mai verificatosi prima avrà luogo nel corso di quest’anno. Il fondo di investimento Uranium Participation Corp (UPC), un fondo dedicato all’uranio fisico, effettuerà i primi importanti acquisti sul mercato. Probabilmente l’investimento sarà di una cifra di circa 200 milioni di dollari, equivalenti a 900 tonnellate di uranio.

Tuttavia, l’attenzione del mercato nel breve termine è puntata sull’imminente riavvio dei reattori nucleari giapponesi che, come atteso da mesi, potrebbe infiammare il mercato e portare ad una crescita significativa dei prezzi dell’uranio (“Approvato il riavvio di 2 reattori nucleari in Giappone“).

METALLIRARI.COM © SOME RIGHTS RESERVED