Lotta al riscaldamento globale: l’Olanda costruirà 2 nuove centrali nucleari

Il governo olandese appena insediato ha un ambizioso programma energetico, che prevede la costruzione di due nuove centrali nucleari.

In Europa, la politica sta ricominciando a discutere di energia nucleare, che alcuni paesi considerano come una fonte di energia pulita. Nel pieno di una grave crisi energetica che sta investendo tutto il Vecchio Continente, è tornato d’attualità il tema della sicurezza energetica, così come quello dei costi dell’energia come fattore competitivo per la produzione industriale.

Inoltre, oltre alla questione contingente della carenza di energia di questi mesi esiste un altro grosso problema che non si risolverà in poco tempo: quello del riscaldamento globale. A riguardo, l’energia nucleare, con tutti i suoi contro, sembra l’unica fonte di energia in grado di non emettere altra CO2 nell’ambiente che garantisce nel contempo forniture energetiche affidabili e a basso costo.

In questo contesto, il governo dei Paesi Bassi appena insediato ha deciso di costruire 2 nuove centrali nucleari.

All’avanguardia in Europa nella lotta al riscaldamento globale

La volontà del governo è di portare il paese all’avanguardia in Europa per quanto riguarda la lotta al riscaldamento globale. Verrà creato un fondo decennale per il clima da 35 miliardi di euro, oltre ad un regime di sussidi per l’energia sostenibile. Ma una delle misure più importanti è la costruzione di due nuove centrali nucleari. Queste integreranno l’energia solare, eolica e geotermica nel mix energetico olandese, rendendo il paese meno dipendente dalle importazioni di gas.

Attualmente, i Paesi Bassi hanno una sola centrale nucleare in funzione, l’impianto di Borssele. Si tratta di una delle più antiche centrali nucleari operative in Europa (1973), con una durata inizialmente prevista di 40 anni, ma estesa dal nuovo governo a 70-80 anni, visto che questa centrale nucleare ha investito costantemente in manutenzione e miglioramenti. Con una capacità di 482 MW, rappresenta solo l’1% della capacità totale di generazione di elettricità installata nei Paesi Bassi, la più bassa tra i paesi europei che producono energia nucleare. Per avere qualche raffronto, in Francia, il paese europeo che fa più uso del nucleare, questa percentuale è del 44,1% (dati GlobalData).

La decisione olandese di investire nell’energia nucleare arriva proprio quando in Europa si è acceso il dibattito sul nucleare. La proposta della Commissione Europea di includere nucleare e gas in una tassonomia per gli investimenti verdi, ha suscitato molte discussioni. La Francia, il principale sostenitore del nucleare in Europa, prevede di investire 1 miliardo di euro in piccoli reattori modulari ma, nel frattempo, Belgio e Germania stanno andando verso l’uscita dal nucleare. L‘Italia, come noto, non fa proprio parte del gioco visto che ha deciso di abbandonare definitivamente questa fonte energetica, pur importando elettricità prodotta da centrali nucleari di altri paesi.

Non sarà un’impresa semplice

Anche in Olanda, uno dei maggiori ostacoli alla costruzione dei 2 nuovi impianti nucleari sarà il costo. Si prevede un investimento iniziale di 5 miliardi di euro, ma probabilmente questi soldi non saranno sufficienti. In Finlandia, il reattore Olkiluoto 3 è in ritardo di oltre dieci anni ed ha sforato più volte il budget. La Francia ha lo stesso problema con Flamanville 3 e il Regno Unito, con il suo Hinkley Point C, dovrà sostenere costi di 500 milioni di sterline in più del previsto oltre ad un ritardo fino a giugno 2026.

Inoltre, visto che l’ultima centrale nucleare nei Paesi Bassi è stata costruita più di 50 anni fa, c’è anche una mancanza di conoscenza e competenza nel paese. Costruire due centrali nucleari completamente nuove, pur non avendolo fatto in mezzo secolo, è una sfida impegnativa.

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