Le più importanti miniere d’Italia: un viaggio nella storia mineraria del nostro paese

Costi elevati e problemi di sicurezza stanno portando alla scomparsa di tutte le miniere in Italia. Ma c’era un tempo in cui le cose stavano molto diversamente…

Siamo un popolo di poeti, santi e navigatori ma… non di minatori.

Non certo perché ci manchi la capacità o la volontà, ma semplicemente per la mancanza di miniere attive. Infatti, in Italia, la maggior parte delle miniere esistenti all’inizio del 1900 è stata ormai chiusa. Le miniere di ferro della Val D’Aosta, dell’Isola d’Elba e in Sardegna sono state abbandonate per la bassa concentrazione di minerale presente e per i costi di produzione troppo alti rispetto ad altri paesi del mondo. Stessa sorte per le miniere di carbone della zona del Sulcis, in Sardegna.

Certo, se prendiamo in considerazione i cosiddetti materiali di seconda categoria, o materiali da cava, l’Italia recita ancora un ruolo nel panorama internazionale (è, per esempio, uno dei principali produttori mondiali di silicati). Ma calcari, marmi, graniti, argille, sabbie, travertini e così via sono materiali assai meno preziosi e strategici rispetto ai minerali metalliferi, da cui è possibile estrarre metalli come oro e argento o anche come semplice ferro.

C’erano una volta le miniere d’oro…

Tuttavia, c’era un tempo in cui in Italia si estraevano ferro, mercurio, oro, argento, rame, manganese, bauxite, zolfo, grafite, amianto, molibdeno e anche uranio. Tempi che hanno lasciato molti segni nei libri di storia industriale, oltre che alcune miniere aperte soltanto per le visite turistiche o trasformate in museo.

Per chi pensa che questo patrimonio naturale e industriale non sia da dimenticare, farà certamente piacere leggere quali sono le miniere più grandi e più importanti d’Italia, considerando più i dati storici che non le statistiche produttive attuali. Un elenco, per la precisione, che fa riferimento alle sole miniere di minerali metalliferi.

Le 19 miniere d’Italia

♦ Alta Val Sesia (Vercelli, Novara): oro, rame, ferro e manganese

♦ Balangero (Torino): amianto

♦ Bivongi (Reggio Calabria): molibdeno, galena, argento, piombo

♦ Caporciano (Pistoia): rame

♦ Carona (Brescia): zolfo

♦ Cogne (Aosta): ferro

♦ Cornacchino (Grosseto): mercurio

♦ Gambatesa (Genova): manganese

♦ Gares (Belluno): rame e ferro

♦ Guia(VerbanoCusioOssola): oro

♦ Isola d’Elba (Livorno): ferro

♦ Monte Amiata (Grosseto, Siena): mercurio

♦ Monte Calisio (Trento): argento

♦ Monte Re (Udine): piombo e zinco

♦ Montecastelli (Pisa): rame

♦ Predoi (Bolzano): rame

♦ Raibl (Udine): zinco e piombo

♦ Sicilia (Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Palermo): zolfo

♦ Sulcis-Iglesiente (Sardegna del Sud):  carbone, piombo, argento, zinco, ferro, rame e bario

Come si diceva, alcune di queste miniere sono visitabili dal pubblico come, per esempio, la miniera d’oro della Guia, in Valle Anzasca, una delle zone d’Italia più ricche d’oro e una delle poche del genere in Europa ad essere accessibile a tutti.

Un’eredità di musei e di disastri ambientali

Infine, avendo citato molte località e siti produttivi che hanno fatto la storia mineraria del nostro paese, è impossibile non ricordare che, in alcuni casi, l’eredità di tanta storia non è soltanto quello che è rimasto in questi siti trasformati in musei naturali.

Purtroppo, per tutta una serie di ragioni, tra le quali la pessima gestione delle risorse naturali pubbliche, una classe politica corrotta e lo scarso interesse che l’opinione pubblica italiana ha sempre avuto verso il settore minerario, abbiamo ereditato anche gravi disastri ambientali.

Come nel caso emblematico della miniera d’oro di Furtei, che alla fine degli anni ’90 doveva diventare l’Eldorado della Sardegna ma che, nel 2009, ha visto il fallimento della società titolare della concessione (Sardinia Gold Mining) che ha lasciato un lago di cianuro la cui bonifica è finita in carico alla comunità locale. Come si diceva, non siamo proprio un popolo di minatori…

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È stato un trader nel settore dei metalli per lungo tempo, lavorando con alcune importanti aziende del settore in Italia e in Europa. Esperto in metalli rari, è consulente presso un'azienda svizzera leader sul mercato internazionale di questi metalli. Da qualche anno è impegnato anche nella divulgazione giornalistica del mondo dei metalli rari e delle materie prime. Il suo profilo professionale è su LINKEDIN.