Il piccolo stato di Panama è agli onori delle cronache internazionali non solo per la crisi idrica del Canale, che costituisce un danno al commercio internazionale ben più grave di quanto sta accadendo nel Mar Rosso, ma anche per la vicenda della miniera di rame Cobre Panamá, una delle più grandi del mondo.
Il governo panamense ha ordinato infatti la chiusura di questa miniera, in concessione alla società mineraria canadese First Quantum Minerals, provocandole la perdita di più della metà del suo valore di mercato. Perciò, First Quantum chiederà 20 miliardi di dollari di danni attraverso un arbitrato internazionale.
Il più grande investimento estero nel paese
La più alta corte del paese ha stabilito che il contratto della First Quantum era incostituzionale sulle spinte delle proteste degli ambientalisti locali contro le attività nel giacimento di Cobre Panamá, che costituiva il più grande investimento estero per il paese. Per l’azienda canadese, la miniera di Panama rappresentava circa il 40% del fatturato.
Secondo il CEO di First Quantum, il danno subito ha un valore minimo di 20 miliardi di dollari, un riflesso del valore di mercato dell’investimento iniziale. Ma, la società potrebbe anche chiedere una somma maggiore per i danni e gli interessi. Sembra che la cifra potrebbe arrivare a 50 miliardi di dollari, tanto da considerare questo arbitrato internazionale come uno dei più grandi mai visti.
40.000 posti di lavoro
Tuttavia, secondo Reuters, l’arbitrato non era un risultato auspicabile per First Quantum. La società ha dichiarato che avrebbe preferito raggiungere una soluzione concordata con lo stato di Panama che si sarebbe tradotta in un miglior risultato economico per tutti, compresi i lavoratori della miniera che sono circa 40.000 tra dipendenti e indotto.
Nel trimestre terminato il 31 dicembre, First Quantum ha registrato una perdita netta di 1,45 miliardi di dollari.
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