Gas naturale in Italia. Ecco le regioni che ne producono di più
La produzione italiana di gas naturale è ai minimi storici. Ma quali sono le regioni che contribuiscono maggiormente?
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La produzione italiana di gas naturale è ai minimi storici. Ma quali sono le regioni che contribuiscono maggiormente?
Durante una conferenza ad Abu Dhabi, l’Amministratore Delegato di ENI ha esternato alcune interessanti considerazioni circa l’attuale crisi energetica dell’Europa.
Il Wall Street Journal ha scoperto che l’Europa sta comprando grandi quantità di GNL russo, nonostante le dichiarazioni ufficiali di volere abbandonare il gas russo.
Il clima mite e le grandi quantità di gas in deposito hanno contribuito a ridurre i prezzi, ma nessuno si illude che la crisi energetica stia allentando la presa…
Le tariffe per trasportare GNL sono arrivate a 450mila dollari al giorno ma, entro fine mese, è scontato che raggiungeranno il mezzo milione di dollari.
L’Europa sta importando livelli record di gas naturale liquefatto nel tentativo di svezzarsi dall’energia russa e sopravvivere a quest’inverno.
Molti esperti continuano a dire che imporre un tetto al petrolio russo potrebbe avere effetti deleteri anche per i paesi occidentali.
L’Unione Europea credeva che il taglio delle esportazioni di gas russe avrebbe costretto Putin a chiudere parte della produzione di gas naturale o a bruciarlo.
Un’azienda che andava male anche quando tutti facevano profitti, poteva forse sottrarsi dal chiedere soldi allo Stato per pagare le bollette durante una crisi energetica globale?
La Commissione Europea ha presentato un piano di emergenza per la crisi energetica. Il piano include una nuova tassa e un quadro sul tetto massimo dei prezzi dell’energia.
L’ammoniaca verde potrebbe diventare un combustibile verde di grande importanza nel mondo a zero emissioni di CO2 del futuro. Per questo anche un gigante dell’energia come Exxon la sta prendendo in considerazione.
Mentre l’Unione Europea sta pensando di imporre un tetto al prezzo del gas russo, i ricavi di Gazprom corrono e, quest’anno, raggiungeranno i 100 miliardi di dollari.
Alcuni esperti avvertono che le soluzioni che Bruxelles sta escogitando per far fronte alla crisi energetica sono paragonabili ad uno schema Ponzi su grande scala.
Secondo Verisk Maplecroft, società specializzata nella valutazione dei rischi, l’Europa sta affrontando un aumento senza precedenti del rischio di disordini civili a causa dell’aumento dell’inflazione e dei costi energetici.
La Bulgaria si prepara a riprendere l’acquisto di gas naturale dalla russa Gazprom. Secondo il governo bulgaro è un passo inevitabile, in quanto non ci sono alternative.
Il Venezuela ha appena interrotto le spedizioni di petrolio per l’Unione Europea. Per riprenderle chiede combustibili raffinati in cambio di greggio.
I prezzi del gas sono arrivati a 300 euro per megawattora. Nel frattempo, le contraddizioni e i paradossi in seno all’Europa diventano sempre più evidenti.
L’inflazione energetica in Germania è molto più drammatica che altrove. Il sistema industriale tedesco dovrà ripensare completamente la produzione in Europa.
Il prezzo del gas ha aperto la giornata del 16 agosto a 230 euro/MWh, mentre anche i traders si dichiarano sbalorditi.
Nonostante una valanga di sanzioni e boicottaggi, la Russia è riuscita a esportare quasi un miliardo di dollari di combustibili fossili dal giorno dell’inizio della guerra in Ucraina.
I limiti dell’energia verde stanno diventando sempre più chiari, mentre i combustibili fossili sono più costosi e meno disponibili.
Tanto amare e dannose all’Occidente, tanto dolci e gradite alla Cina. Le sanzioni contro la Russia si stanno rivelando uno dei più grossi regali che gli occidentali abbiano mai fatto in tempi recenti ai cinesi.
Gli esperti hanno avvertito che ci sono alte probabilità di un crollo energetico in Polonia dopo che il governo ha vietato le importazioni di carbone dalla Russia.
C’è un problema evidente nella transizione energetica che le persone ancora non vedono. I metalli e i minerali necessari sono risorse limitate e non sono abbastanza per tutte le batterie che servirebbero alla transizione.
L’Italia, insieme all’Europa, non ha mai dato priorità alla sicurezza energetica e ora si trova nei guai. I prezzi altissimi per l’energia che stiamo pagando sono il frutto di scelte politiche fatte con superficialità, incompetenza e totale incoscienza.
A causa della crisi energetica, in Germania verranno aperti punti di riscaldamento pubblici per affrontare il prossimo inverno.
I politici europei stanno cominciando a preparare la popolazione per un inverno doloroso. Ecco quello che ci attende e quali sono gli scenari peggiori…
Per gli analisti non ci sono dubbi: se i G7 limitano il prezzo del petrolio russo, Putin risponderà con una riduzione della produzione che farà schizzare i prezzi a livelli stratosferici.
Alcuni paesi nell’Unione Europea sono in grado di sostituire completamente l’uso del gas facendo funzionare a pieno regime centrali elettriche a carbone.
Dal 10 giugno, il prezzo del gas presso l’hub olandese TTF, il punto di riferimento per l’Europa, è aumentato del 55%.