La crisi del gas peggiora. I prezzi salgono (+55%) e le forniture scendono

Dal 10 giugno, il prezzo del gas presso l’hub olandese TTF, il punto di riferimento per l’Europa, è aumentato del 55%.

Anche se i mass-media italiani si sono stancati di informare sul grave problema del gas naturale in Europa, i prezzi continuano a crescere e la crisi ad aggravarsi.

Mentre tutti i paesi europei stanno cercando di sostituire le perdite di gas russo e di riempire i siti di stoccaggio prima dell’inverno, la corsa dei prezzi non si ferma. All’inizio di questa settimana c’è stato un balzo del 7% (poi ridimensionato nel corso della giornata) ma, dal 10 giugno, le quotazioni del gas naturale presso il TTF (l’hub di riferimento per l’Europa), sono aumentate del 55%.

La situazione è molto grave

Le preoccupazioni stanno crescendo anche a causa delle consegne russe significativamente inferiori alle principali economie dell’Unione Europea (UE), tra cui Germania e Italia. Potrebbe accadere che la UE non riesca ad ottenere abbastanza forniture per riempire lo stoccaggio di gas e a prepararsi per l’inverno.

I paesi UE dovrebbero immagazzinare gas almeno per l’80% delle proprie capacità entro il primo di novembre. Al 26 giugno, secondo i dati di Gas Infrastructure Europe, lo stoccaggio di gas nella UE era pieno al 55,7%, con le entrate in rallentamento.

I prezzi delle materie prime scendono, ma i prezzi del gas corrono verso l’alto

Quasi tutti si aspettano che la situazione peggiori ulteriormente. La scorsa settimana, la Germania ha avviato la seconda fase del suo piano di emergenza del gas in tre fasi, preparandosi alla possibilità di un arresto completo delle forniture di gas dalla Russia attraverso il gasdotto Nord Stream. A luglio cominceranno i lavori di manutenzione, come avviene tutti gli anni, del Nord Stream. Tuttavia, questa volta, i membri UE temono che la manutenzione possa essere una scusa da parte della Russia per ridurre ulteriormente o interrompere completamente l’offerta di gas.

Per capire meglio la gravità della situazione basta prendere in considerazione l’andamento delle materie prime in generale. Dal 10 giugno, tutte le commodities hanno registrato perdite a causa dei crescenti timori di una recessione, ma non il gas che, come detto, ha guadagnato un incredibile 55% nel giro di un paio di settimane.

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