Probabilmente, gli italiani non si stanno proprio rendendo conto di quanto sia grave la situazione energetica, anche perché i mass-media nazionali sembrano concentrati esclusivamente a bombardare l’opinione pubblica con le chiacchiere della campagna elettorale.
Scarsa offerta e incertezze spingono i prezzi in una sola direzione
Ma i mercati non vanno in ferie e non si fanno certo incantare dalla politica. Ieri, 15 agosto, il gas naturale quotato al TTF (l’hub olandese di riferimento per i prezzi) ha raggiunto il massimo storico per la scarsa offerta e l’incertezza sul futuro degli approvvigionamenti.
La necessità impellente dei paesi europei di riempire i depositi di stoccaggio del gas in vista dell’inverno, ha spinto sia i prezzi spot che quelli a termine su nuovi massimi. Proprio dall’analisi delle curve dei prezzi dei contratti a termine, emerge la netta sensazione che prezzi tanto elevati siano destinati a durare, visto che i traders stanno comprando gas a mani basse anche su mesi lontani (inverno 2023).
La corsa verso l’alto non rallenterà
Secondo S&P Global, il prezzo raggiunto di 221,475 euro/MWh è superiore del 4,2% al precedente prezzo record raggiunto l’8 marzo, subito dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Ma quello che maggiormente impressiona è il fatto che non c’è alcun segnale di rallentamento dei rialzi (oggi, 16 agosto, il mercato ha aperto con un prezzo di 230 euro/MWh).
I traders stessi si dichiarano sbalorditi di un mercato tanto rialzista e volatile ma, anche se i prezzi sembrano non avere una logica, continuano a comprare sui timori che le forniture di gas naturale non saranno sufficienti.
Un modo per far vedere a Putin che siamo capaci di vivere al freddo?
In mezzo a questo mercato straordinariamente rialzista e che non ha precedenti storici, è interessante una interpretazione che gira tra i corridoi delle sale di trading. Sarebbero i governi europei a fare di tutto per spingere i prezzi del gas verso l’alto, con l’obbiettivo di incoraggiare le misure di risparmio energetico. Politicamente, sarebbe il modo di mostrare a Putin che l’Unione Europea può vivere anche senza le forniture di gas russe.
Di certo, l’effetto diretto e tangibile è quello di spingere i traders a fare una sola cosa: comprare, comprare e ancora comprare gas.
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