I prezzi del petrolio potrebbero presto raggiungere i 150 dollari al barile. Così la pensa Trafigura che prevede anche che, entro la fine dell’anno, la domanda evaporerà a causa di prezzi tanto elevati.
I futures sul petrolio (Brent) hanno raggiunto il livello più alto dal 2008, a quasi 140 dollari al barile, all’inizio di marzo, dopo l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina. Come noto, la Russia è un importante produttore di greggio su scala globale.
La domanda cinese di petrolio è pronta a crescere
A tutto ciò, più recentemente, si sono aggiunti gli allentamenti alle restrizioni per il COVID-19 in Cina che aumenteranno la domanda e spingeranno i prezzi del petrolio verso l’alto (i livelli attuali sono di circa 120 dollari). Inoltre, la scorsa settimana, l’Unione Europea (UE) ha deciso di interrompere da inizio di dicembre l’acquisto di petrolio russo marittimo, che rappresenta circa due terzi delle sue importazioni.
In un contesto tanto rialzista, anche Goldman Sachs ha aumentato il suo obiettivo di prezzo per il Brent proprio questa settimana. Il nuovo livello previsto per il petrolio è di 140 dollari al barile, contro il precedente di 125 dollari.
Domanda e offerta di petrolio sono in deficit strutturale
La ragione di questi rialzi attesi sono il deficit strutturale del mercato petrolifero globale, che avrebbe bisogno di prezzi molto più alti per ritrovare il suo equilibrio. Che il deficit di petrolio sia decisamente grave è stato esplicitato dalla decisione della scorsa settimana dell’OPEC+ di aumentare la produzione mensile di oltre 200.000 barili al giorno, provocando un aumento dei prezzi anziché una diminuzione.
Il mercato sa bene che sono pochi i membri dell’OPEC con capacità inutilizzata e quindi in grado di aumentare la produzione di più di quanto stiano attualmente pompando. Inoltre, diversi membri dell‘OPEC non riescono nemmeno a raggiungere le quote produttive attuali, figuriamoci se riescono ad aumentarle!
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