Dove investire in questi momenti? Energia e petrolio secondo Morgan Stanley

Perché in questi momenti Morgan Stanley consiglia di acquistare titoli azionari del settore energetico (petrolio soprattutto)?

C’è molto fermento in queste settimane tra gli investitori internazionali e non è lo sbandierato boom dell’Intelligenza Artificiale ad attirare denaro. Infatti, i grandi capitali si stanno muovendo verso i titoli energetici.

Da inizio anno l’Energy Select Sector SPDR Fund, un benchmark importante per il mercato statunitense, è in crescita del 10,7%. Secondo Citi, il settore energetico è quello che sta attirando l’attenzione degli investitori e il mercato azionario si trova in uno dei periodi di iper-comprato più lunghi della storia.

Rally del petrolio nei prossimi mesi?

Morgan Stanley è pessimista riguardo al mercato azionario statunitense nel suo complesso, ma non sui titoli energetici. Secondo l’importante banca d’investimento, le società energetiche sono rimaste indietro rispetto alle performance del petrolio. Inoltre, tenendo conto delle attese sulle nuove politiche della Federal Reserve americana (FED) orientate all’allentamento delle condizioni finanziarie, i titoli ciclici che riguardano le materie prime, l’energia in particolare, potrebbero essere destinati a recuperare terreno.

Gli analisti di Standard Chartered prevedono un rally del prezzo del petrolio nei prossimi mesi e una maggior domanda per il 2024 di 1,69 milioni di barili al giorno. A maggio, addirittura, la domanda globale raggiungerà un nuovo massimo storico di 103,01 milioni di barili al giorno, che verrà superato a giugno con 103,62 milioni di barili al giorno. Un record che avrà la vita breve dal momento che ad agosto la domanda dovrebbe essere ancora più alta: 104,31 milioni di barili al giorno.

Perciò, Standard Chartered prevede che il Brent raggiungerà una media di 94 dollari al barile nel secondo trimestre di quest’anno, mentre l’offerta sembra rimarrà limitata.

Occhi puntati sulla produzione petrolifera della Russia

A questo proposito, la Russia giocherà un ruolo importante visto che sembra intenzionata a mantenere un’offerta ridotta nel tentativo di sostenere prezzi più alti. Inoltre, continuano le interruzioni della produzione dovute alla guerra in Ucraina.

La scorsa settimana, la raffineria di petrolio russa Kuibyshev ha fermato una delle sue due principali unità di raffinazione, di fatto mettendo fuori servizio metà della sua capacità a seguito di un attacco di droni lanciato dall’Ucraina. L’attacco del fine settimana, l’ottavo contro le raffinerie russe nelle ultime tre settimane, ha messo fuori servizio altri 35.000 barili al giorno di capacità della raffineria russa, portando offline un totale di circa 400.000 barili al giorno.

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