I rubinetti del gas russo si chiudono. Polonia e Bulgaria tagliate fuori

Si sta avverando lo scenario peggiore. La Russia taglia il gas alla Polonia e alla Bulgaria di fronte al rifiuto di pagare le forniture in rubli.

Gazprom, il fornitore di gas di proprietà statale della Russia, ha informato ieri la società polacca del gas PGNIG che interromperà le forniture di gas a partire dalle ore 8.00 di oggi (mercoledì 27 aprile). Stessa cosa per la Bulgaria. È la conseguenza del rifiuto di pagare il gas russo in rubli.

Di fatto, Mosca tiene fede alla minaccia di interrompere le forniture di gas ai paesi che rifiutano di pagare in rubli.

Dopo la Polonia e la Bulgaria, quali saranno i prossimi paesi?

La polacca PGNIG ha detto che si tratta di una violazione del contratto Yamal e che è pronta ad ottenere gas da varie altre fonti, utilizzando anche i gasdotti a ovest e a sud del confine polacco. Anche la Bulgaria ha dichiarato che riceverà rifornimenti da altre fonti, compreso il carburante russo attraverso l’oleodotto turco TurkStream.

Come ha sottolineato anche Bloomberg, si tratta di una forte escalation nel conflitto tra Mosca e l’Unione Europea circa le forniture energetiche cruciali. Tanto forte che i mercati hanno subito reagito non appena la notizia si è diffusa su Twitter e sulla stampa finanziaria. Il petrolio (WTI) è salito ai massimi della sessione (102 dollari al barile), mentre lo S&P500 è finito ai minimi della sessione.

I prezzi del gas sono balzati del 17% mentre i traders stanno calcolando quali sono i rischi che altri paesi europei vengano colpiti. La minaccia di tagli delle forniture incombe da settimane sui paesi dell’Unione Europea. Molti paesi hanno pagamenti in scadenza tra fine aprile e inizio maggio.

I funzionari europei stanno ancora cercando di capire come rispondere alla richiesta di Putin di essere pagato in rubli, nella speranza di trovare qualche scappatoia per non trovarsi nell’immediato senza il gas.

Senza il gas russo la Germania perderà 220 miliardi di euro all’anno

Da settimane, gli industriali tedeschi hanno avvertito che un divieto immediato del gas russo avrebbe gravi impatti negativi sulla competitività, sulle imprese e sull’economia del paese. Martin Brudermüller, amministratore delegato del più grande gruppo chimico d’Europa, la tedesca BASF, ha avvertito che l’interruzione della fornitura russa di petrolio e gas potrebbe gettare l’economia tedesca nella sua più grande crisi dalla fine della seconda guerra mondiale.

Secondo il Kiel Institute, se le forniture di gas russe vengono immediatamente interrotte, la Germania perderà fino a 220 miliardi di euro di produzione economica, sia quest’anno che il prossimo.

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