Non le rinnovabili, ma i combustibili fossili ci salveranno dalla crisi del gas

Le politiche dell’Europa sulle energie rinnovabili mostrano tutte le loro gravi carenze e, nel bel mezzo della crisi energetica, si ricorre ai combustibili fossili, carbone compreso.

La Germania si prepara al razionamento del gas mentre la Francia chiede ai consumatori di utilizzare meno elettricità. In Spagna lo sciopero dei camionisti per il caro-benzina ha messo in ginocchio la grande distribuzione e alcuni supermercati hanno dovuto chiudere. Nel Regno Unito, sono scoppiate proteste per l’ultimo aumento dei prezzi dell’elettricità e in Italia milioni di famiglie sono alle prese con quello che gli inglesi chiamano stress da carburante.

Nel bel mezzo di una crisi energetica destinata a peggiorare

L’Europa è proprio nel mezzo di una grave crisi energetica, che si aggraverà oltre quello che le persone credono. Questo perché i responsabili politici europei rappresentano degnamente un difetto che accomuna buona parte della popolazione: l’ipocrisia. E l’ipocrisia impedisce di capire la realtà, soprattutto quando non è quella che si sarebbe voluta.

Cominciamo con il dire che i rapporti tra Europa e Russia, per quanto riguarda le forniture energetiche, sono sempre stati ottimi. La Russia era un fornitore affidabile ed economico di gas naturale, mentre l’Europa era un cliente solvente e affamato di energia. Anche durante la Guerra Fredda, l’URSS pompava miliardi di metri cubi di gas verso i paesi europei.

Ma con il tempo le cose sono cambiate e non solo per la guerra in Ucraina. L’Europa ha deciso di ridurre la propria dipendenza da tutti i combustibili fossili tanto che ci siamo vantati in tutto il mondo delle nostre fonti di energia rinnovabile, che rappresentano il 37,5% del consumo di elettricità, con l’eolico e l’idroelettrico che costituiscono i due terzi della produzione totale di energia rinnovabile.

Perché non facciamo vedere a Putin quanto siamo bravi?

Ma allora perché tutta questa paura di rimanere senza il gas russo? Perché non intensificare la costruzione di nuovi parchi eolici e parchi solari e far vedere a Putin quanto siamo bravi?

Su questo tema i nostri politici si dividono tra chi mostra imbarazzo e chi non si rende conto della realtà che ha davanti. Infatti, la risposta a queste scomode domande ha a che fare con i prezzi e la disponibilità del rame, dell’acciaio, dell’alluminio, del polisilicio e praticamente di quasi ogni altro metallo. Senza considerare il fatto che la costruzione di parchi eolici e solari richiede tempo, molto di più di quello necessario per passare al carbone (usando vecchie centrali) o di comprare GNL (Gas Naturale Liquefatto) dagli Stati Uniti, ammesso e non concesso di avere i rigassificatori.

Ma ecco il piano “geniale” dell’Unione Europea per abbandonare il gas di Putin, recentemente pubblicato da Die Welt. Per sostituire i 155 miliardi di metri cubi di gas russo consumati annualmente si vorrebbe procedere in questo modo:

  • 50 miliardi di metri cubi sostituiti con GNL;
  • 10 miliardi di metri cubi sostituiti con gas naturale (via gasdotti) extra-Russia;
  • 20 miliardi di metri cubi sostituiti con l’utilizzo di più carbone;
  • 10 miliardi di metri cubi sostituiti con la riduzione dei consumi di gas;
  • 10 miliardi di metri cubi sostituiti bruciando petrolio pesante per produrre elettricità.

Se l’ipocrisia fosse un combustibile, in Europa avremmo energia per sempre

Ovviamente, rimane un buco gigantesco e incolmabile di circa 55 miliardi di metri cubi. Ma quello che balza all’occhio da una prima analisi del piano è l’intenzione della Commissione Europea di voler sostituire più della metà del suo consumo di gas russo con altri combustibili fossili. Ma l’Europa non era la regione del mondo destinata a diventare la più verde del pianeta in breve tempo? Non era forse l’Europa che condannava i paesi in via di sviluppo, Cina tra tutti, per l’utilizzo dei combustibili fossili e per essere i principali responsabili del cambiamento climatico?

In questo balletto di ipocrisia che ci contraddistingue come europei, viene fuori anche un’altra cruda verità sulle energie rinnovabili. Se in momenti di emergenza energetica come quelli che stiamo vivendo, si decide di ricorrere ad un consumo molto maggiore di combustibili fossili, allora significa che i combustibili fossili sono molto più facili, semplici ed economici da reperire rispetto all’eolico e al solare. Altrimenti, perché sceglierli rispetto alle rinnovabili?

Nel frattempo, per l’Europa, il cambiamento climatico e i suoi devastanti effetti sul pianeta possono aspettare…

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