Il caldo estremo sta diventando sempre più comune e più grave in tutto il pianeta, come vediamo estate dopo estate durante le ondate di calore che travolgono anche l’Europa. Alcuni modelli climatici prevedono che ampie zone del globo diventeranno inospitali per gli esseri umani nel prossimo secolo a causa del calore estremo.
Ma ciò che rende un posto invivibile non è semplicemente una temperatura specifica o l’umidità, ma anche i limiti del corpo umano al caldo estremo. La tolleranza può variare da persona a persona e, anche per la stessa persona, la capacità di sopportare il calore può cambiare nel tempo. Comprendere i nostri limiti e cosa li determina sta diventando sempre più importante man mano che le temperature globali aumentano e gli eventi meteorologici estremi diventano più difficili da prevedere.
La combinazione di calore e umidità più letale
Uno studio pubblicato su Nature Climate Change nel 2017, ha analizzato centinaia di eventi di caldo estremo in tutto il mondo per determinare quali combinazioni di calore e umidità avessero maggiori probabilità di essere letali e dove fosse più probabile che tali condizioni si verificassero nel futuro.
La conclusione è che mentre oggi circa il 30% della popolazione mondiale è esposta ad una combinazione mortale di caldo e umidità per almeno 20 giorni all’anno, tale percentuale aumenterà fino a quasi la metà entro il 2100, anche se dovessimo riuscire a ridurre drasticamente le emissioni di gas serra.
Altri studi hanno scoperto che il cambiamento climatico sta rendendo le ondate di calore estreme fino a centinaia di volte più probabili. Ma mentre sta cambiando il clima del nostro pianeta, quali sono i limiti di ciò che il nostro corpo può sopportare?
In quanto mammiferi a sangue caldo, gli esseri umani hanno una temperatura corporea costante, intorno ai 37 °C. E i nostri corpi sono progettati per funzionare più o meno a quella temperatura, quindi c’è un equilibrio costante tra perdita e guadagno di calore.
Il caldo estremo può causare gravi problemi renali e cardiaci e persino danni cerebrali
I problemi iniziano quando il nostro corpo non riesce a perdere calore abbastanza velocemente (o lo perde troppo velocemente quando fa freddo). Quando la temperatura interna al nostro corpo diventa troppo alta, tutto, dagli organi agli enzimi, può smettere di funzionare. Il calore estremo può portare a gravi problemi renali e cardiaci e persino a danni cerebrali.
Il nostro corpo lavora per mantenere la sua temperatura interna in ambienti caldi principalmente utilizzando un potente strumento: il sudore. Il sudore che produciamo evapora nell’aria, trasportando il calore dalla nostra pelle e raffreddandoci.
Ma l’umidità ostacola questo metodo di raffreddamento e, se l’umidità è così elevata che nell’aria è già presente molto vapore acqueo, il sudore non riesce a evaporare rapidamente e la sudorazione non riesce a rinfrescare efficacemente.
Quale è la temperatura-limite per il corpo umano?
Qui entra in gioco il limite che, secondo i ricercatori, delimita la tolleranza umana al calore o, in parole più brutali, il limite umano tra la vita e la morte. Tale limite è a 35 °C, ma non si tratta di quella temperatura rilevata dai termometri normalmente utilizzati (temperatura a bulbo secco), quando della cosiddetta temperatura di bulbo umido. La temperatura di bulbo umido è ciò che un termometro misura se un panno bagnato gli viene avvolto attorno, cosa che permette di stimare quale sarebbe la temperatura della nostra pelle se sudassimo costantemente. Per questa ragione, la temperatura di bulbo umido è spesso usata per approssimare come le persone si comporterebbero in condizioni di caldo estremo.
Secondo un fisiologo dell’Università dell’Indiana di Bloomington (Stati Uniti), una temperatura di bulbo umido di 35 °C è il limite assoluto della tolleranza umana. Superato questo limite, il corpo umano non è in grado di perdere calore nell’ambiente in modo sufficientemente efficiente da mantenere la sua temperatura interna. Ciò non significa che il calore porterà immediatamente alla morte, ma che inizieranno a prodursi danni al cervello e agli organi.
Alcuni modelli climatici prevedono che inizieremo a raggiungere temperature a bulbo umido superiori a 35 °C entro la metà del 21° secolo. Altri ricercatori affermano che ci siamo già. In uno studio pubblicato nel 2020, i alcuni ricercatori hanno dimostrato che alcune zone subtropicali hanno già segnalato tali condizioni, e stanno diventando sempre più comuni.
Quanto velocemente riusciremo ad acclimatarci?
In realtà, anche condizioni meno estreme possono essere mortali e alcuni sono più suscettibili di altri. I bambini e gli anziani di solito non riescono a regolare la temperatura come i giovani adulti e le persone che assumono determinati farmaci hanno una ridotta capacità di sudare. Inoltre, la tolleranza al calore può cambiare nel tempo: con l’esposizione, il corpo può abituarsi meglio al calore, un po’ come può abituarsi a livelli di ossigeno più bassi ad altitudini elevate.
L’acclimatamento è il motivo per cui le ondate di calore nei luoghi più freddi, o le ondate di calore all’inizio dell’estate, hanno più probabilità di essere mortali rispetto alle stesse condizioni nei luoghi più caldi o più avanti nell’estate. Tuttavia, ci sono dei limiti all’acclimatamento e, certamente, non saremo in grado di evolvere oltre le condizioni che il cambiamento climatico porterà probabilmente nei prossimi decenni.
Si sta diffondendo la convinzione tra molti ricercatori che il mondo si stia riscaldando e che questo fenomeno andrà oltre ciò che la normale fisiologia umana può gestire.
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