I punti caldi della grave crisi dell’acciaio in Europa
I produttori di acciaio europei stanno tagliando i costi, i posti di lavoro e ritardando il pagamento dei salari. Ecco dove sono i punti dolenti della nostra siderurgia.
I produttori di acciaio europei stanno tagliando i costi, i posti di lavoro e ritardando il pagamento dei salari. Ecco dove sono i punti dolenti della nostra siderurgia.
Thyssenkrupp taglierà 11.000 posti di lavoro nella sua divisione siderurgica, che si trova in crisi profonda ormai da anni.
Ford ha annunciato i suoi piani per ridurre la forza lavoro europea di quasi 4.000 dipendenti entro la fine del …
Il modello economico della Germania si sta rompendo, in mezzo a mille difficoltà e ad una generalizzata perdita di competitività. …
A partire dal 16 novembre, l’Austria è fuori dalle forniture di gas naturale russo, in seguito a una disputa arbitrale da 230 milioni di euro tra Gazprom e l’austriaca OMV.
Tra le cause della crisi siderurgica in Europa c’è anche l’incapacità dell’industria automobilistica tedesca di affrontare con successo la sfida dell’auto elettrica.
Una recente analisi di Bloomberg evidenzia come l’apatia e la resistenza dopo la strigliata di Mario Draghi per contrastare la debole crescita della produttività nell’Unione Europea, prevalgano su tutto.
La produzione siderurgica di agosto scende al livello più basso dal 2017, mentre anche la produzione industriale rallenta.
Secondo EUROFER, l’industria siderurgica e manifatturiera europea è a rischio esistenziale. L’Europa diventerà un museo industriale?
Le enormi scorte di materie prime della Cina mettono in luce tutta la gravità dei problemi economici che affliggono il paese.
Dal rame all’oro e al petrolio, niente sembra salvarsi dal crollo dopo l’inizio di quella che sembra una crisi finanziaria globale.
Il Financial Times, in un recente articolo, descrive il declino del peso politico ed economico dell’Europa e, in una certa …
Le cose continuano a essere piuttosto difficili nel settore dell’alluminio tedesco, soprattutto per chi produce prodotti estrusi.
Sono finiti i tempi quando la Germania era la locomotiva dell’Europa. Gli alti tassi di interesse e la debolezza della domanda stanno trascinando al ribasso la più grande economia della UE.
Il colosso multinazionale britannico del petrolio e del gas, Shell, ha minacciato di cancellarsi dalla Borsa di Londra per passare a New York.
Anche se la crisi del Mar Rosso è scivolata nel dimenticatoio dei mass-media, gli effetti che sta producendo sul mercato dell’alluminio sono gravi, soprattutto in Europa.
Le forniture europee sono adesso fuori pericolo, ma le tensioni geopolitiche minacciano il ripetersi di un’altra crisi energetica.
Gli ultimi dati Eurostat sulla produzione della manifattura in Europa mostrano una situazione molto difficile.
Cosa succede quando dei beni essenziali diventano beni di lusso? Gli esperti tracciano gli scenari che potrebbero aspettarci nei prossimi anni.
È finita un’era in Germania: la società Speira annuncia la chiusura definitiva della produzione del suo smelter di alluminio.
Il prezzo per diventare green? Salvata l’acciaieria inglese di Port Talbot, ma persi 3mila posti di lavoro.
Il motore economico dell’Europa si sta fermando, trascinando l’intero continente verso la deindustrializzazione.
Come ha scritto il Financial Times, l’Europa si troverà ancora in crisi se la Russia interromperà le forniture di gas nel corso del prossimo inverno.
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la ripresa economica della Cina e un rigido inverno in Europa, farebbero aumentare la domanda di energia.
Secondo il presidente della federazione dell’industria tedesca (BDI), i prezzi dell’energia in Germania sono così alti che alcune aziende stanno pensando di lasciare il paese.
I lavoratori della fonderia di zinco di Portovesme stanno lottando per far riaprire l’impianto. Ma Glencore non sembra pensarla nello stesso modo.
Gli esperti dicono che la crisi energetica in Europa si aggraverà tra un paio di mesi, con i prezzi del gas che potrebbero più che raddoppiare.
L’Europa è minacciata da nuove carenze di materie prime, soprattutto di alluminio. Un’analisi puntuale del Boston Consulting Group di una crisi che segnerà il tessuto industriale europeo per decenni.
I recenti progressi dei prezzi dell’oro ci stanno dicendo che il castello di carta costruito dalle Banche Centrali è vicino al punto di collasso.
I prezzi dell’oro guadagnano, ma non riescono a spiccare il volo poiché il governo degli Stati Uniti interverrà per contenere i fallimenti bancari. Sarà sufficiente per evitare il rischio sistemico che incombe sull’economia globale?