La Germania non è più il motore dell’economia europea?
Sono finiti i tempi quando la Germania era la locomotiva dell’Europa. Gli alti tassi di interesse e la debolezza della domanda stanno trascinando al ribasso la più grande economia della UE.
Sono finiti i tempi quando la Germania era la locomotiva dell’Europa. Gli alti tassi di interesse e la debolezza della domanda stanno trascinando al ribasso la più grande economia della UE.
Il colosso multinazionale britannico del petrolio e del gas, Shell, ha minacciato di cancellarsi dalla Borsa di Londra per passare a New York.
Anche se la crisi del Mar Rosso è scivolata nel dimenticatoio dei mass-media, gli effetti che sta producendo sul mercato dell’alluminio sono gravi, soprattutto in Europa.
Le forniture europee sono adesso fuori pericolo, ma le tensioni geopolitiche minacciano il ripetersi di un’altra crisi energetica.
Secondo i dati Eurostat, la produzione manifatturiera dell’Unione Europea (UE) ha continuato a diminuire a novembre, sia su base mensile …
Gli ultimi dati Eurostat sulla produzione della manifattura in Europa mostrano una situazione molto difficile.
Cosa succede quando dei beni essenziali diventano beni di lusso? Gli esperti tracciano gli scenari che potrebbero aspettarci nei prossimi anni.
È finita un’era in Germania: la società Speira annuncia la chiusura definitiva della produzione del suo smelter di alluminio.
Il prezzo per diventare green? Salvata l’acciaieria inglese di Port Talbot, ma persi 3mila posti di lavoro.
Il motore economico dell’Europa si sta fermando, trascinando l’intero continente verso la deindustrializzazione.
Come ha scritto il Financial Times, l’Europa si troverà ancora in crisi se la Russia interromperà le forniture di gas nel corso del prossimo inverno.
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la ripresa economica della Cina e un rigido inverno in Europa, farebbero aumentare la domanda di energia.
Secondo il presidente della federazione dell’industria tedesca (BDI), i prezzi dell’energia in Germania sono così alti che alcune aziende stanno pensando di lasciare il paese.
I lavoratori della fonderia di zinco di Portovesme stanno lottando per far riaprire l’impianto. Ma Glencore non sembra pensarla nello stesso modo.
Gli esperti dicono che la crisi energetica in Europa si aggraverà tra un paio di mesi, con i prezzi del gas che potrebbero più che raddoppiare.
L’Europa è minacciata da nuove carenze di materie prime, soprattutto di alluminio. Un’analisi puntuale del Boston Consulting Group di una crisi che segnerà il tessuto industriale europeo per decenni.
I recenti progressi dei prezzi dell’oro ci stanno dicendo che il castello di carta costruito dalle Banche Centrali è vicino al punto di collasso.
I prezzi dell’oro guadagnano, ma non riescono a spiccare il volo poiché il governo degli Stati Uniti interverrà per contenere i fallimenti bancari. Sarà sufficiente per evitare il rischio sistemico che incombe sull’economia globale?
I contratti futures europei sul gas naturale (TTF) suggeriscono che la crisi energetica europea sia tutt’altro che finita.
Secondo Bloomberg, l’Europa ricomincerà ad acquistare gas russo per mantenere le sue industrie competitive su scala globale.
Secondo EUROFER, se non ci saranno aiuti di Stato, le interruzioni temporanee della produzione di acciaio diventeranno permanenti.
Se siete pronti ad immaginare l’inimmaginabile, ecco le previsioni di Saxo su quello che potrebbe accadere nel 2023.
La domanda di gas naturale in Europa a novembre è diminuita di quasi un quarto rispetto alla media quinquennale del mese.
Una grave minaccia incombe sull’Europa: la carenza di fertilizzanti provocata da scelte affrettate e poco ragionate, che ci rendono vulnerabili a possibili shock alimentari.
I prezzi dell’energia elettrica nella UE sono destinati a rimanere a livelli storicamente elevati per gli anni a venire a causa della mancanza di produzione di elettricità.
L’operatore di rete francese ha allertato la popolazione che, molto probabilmente, ci saranno interruzione di corrente quest’inverno.
Il GNL statunitense è più costoso del gas proveniente dalla Russia. Non dovrebbe essere una sorpresa, ma i politici europei accusano gli Stati Uniti di approfittarsene della situazione. Ma nulla è come sembra…
L’utile netto aggregato per le società petrolifere e del gas quotate in borsa che operano negli Stati Uniti è stato di 200,24 miliardi di dollari per il secondo e il terzo trimestre di quest’anno.
L’International Energy Agency esorta i leader della UE a trovare rapidamente una soluzione per le forniture di gas per il prossimo anno.
Durante una conferenza ad Abu Dhabi, l’Amministratore Delegato di ENI ha esternato alcune interessanti considerazioni circa l’attuale crisi energetica dell’Europa.