ENI ci ricorda che le politica verdi UE stanno uccidendo l’industria

Durante una conferenza ad Abu Dhabi, l’Amministratore Delegato di ENI ha esternato alcune interessanti considerazioni circa l’attuale crisi energetica dell’Europa.

In questi giorni si sta tenendo ad Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti) una tra le più importanti conferenze dell’anno sul tema dell’energia (ADIPEC). In questa occasione, il nostro Claudio Descalzi, Amministratore Delegato dell’ENI, ha esternato alcune sue considerazioni sull’attuale crisi energetica dell’Europa.

Non c’è mix energetico sostenibile senza petrolio e gas

Partendo dal punto che le politiche di Bruxelles sulla decarbonizzazione, così come sono state pensate, stanno portando al ritiro dell’industria europea, sarebbe indispensabile ed urgente un ripensamento. Innanzitutto, non si può pensare ad un mix energetico senza petrolio e gas, pur considerando un utilizzo più efficiente e con meno emissioni.

Le istituzioni europee hanno cominciato ad imporre una riduzione delle emissioni del 40%, poi una riduzione delle emissioni del 50%, quindi del 55%. Un modo di procedere che continua a creare incertezza e volatilità che adesso stiamo pagando, indebitandoci per finanziare ciò che noi stessi abbiamo creato.

In Europa paghiamo 6-7, o anche 15 volte di più per l’energia che negli Stati Uniti“, ha detto Descalzi. Nel frattempo i governi dell’Unione Europea (UE) cercano di sovvenzionare i prezzi a privati ed aziende, ingigantendo il debito pubblico. Certamente, non è una soluzione che può durare per sempre e dovremo presto trovare una soluzione strutturale.

Il calo dei prezzi del gas non durerà

Riguardo alla situazione del gas naturale, Descalzi pensa che il calo dei prezzi in Europa negli ultimi mesi potrebbe non durare. Anche se la ricostituzione delle scorte avvenuta più velocemente del previsto e il caldo clima autunnale hanno causato un calo dei prezzi di quasi il 70% rispetto ad agosto, il rifornimento per l’inverno del prossimo anno sarà molto più difficile. Nel 2023 ci saranno grossi problemi perché non avremo il gas russo.

In questo contesto, per l’Italia sarà indispensabile raddoppiare i flussi di gas dall’Algeria, per trasformarla in una specie di Gazprom in termini di capacità verso il nostro paese.

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