Non si ferma la migrazione delle società europee verso gli USA

Il colosso multinazionale britannico del petrolio e del gas, Shell, ha minacciato di cancellarsi dalla Borsa di Londra per passare a New York.

Decine di aziende del settore solari in difficoltà in Europa stanno fuggendo dal nostro continente per aprire le loro sedi negli Stati Uniti.

Il produttore svizzero di moduli solari Meyer Burger cesserà la produzione di pannelli in Germania e si trasferirà negli Stati Uniti, anche dopo non essere riuscito a ottenere il sostegno del governo tedesco. Allo stesso modo, la società norvegese Freyr che produce batterie ha interrotto l’attività nel suo stabilimento vicino al Circolo Polare Artico e prevede di trasferirsi negli USA. Queste società sperano di beneficiare del credito d’imposta americano sulla produzione ai sensi dell’Inflation Reduction Act (IRA).

La Shell abbandonerà la borsa di Londra?

Ma l’esodo delle aziende europee in America non si limita al settore solare. Il colosso multinazionale britannico del petrolio e del gas, la Shell Plc, ha minacciato di cancellarsi dalla Borsa di Londra (LSE) per passare alla Borsa di New York (NYSE). Secondo la società, i suoi titoli azionari sono gravemente sottovalutati a Londra a causa dell’apatia degli azionisti nei confronti del settore del petrolio e del gas. Inoltre, le tasse che il governo britannico pretende sono eccessive. Perciò, Shell sta esaminando la possibilità di migrare a New York.

In effetti, le società energetiche europee, inclusa la Shell, sono sempre state quotate con uno sconto rispetto ai concorrenti americani (Exxon Mobil e Chevron per esempio). Anche se un po’ tutte le società produttrici di combustibili fossili hanno visto deteriorarsi il loro valore negli ultimi anni a causa della transizione verso l’energia pulita, i giganti europei dell’energia si sono svalutati più rapidamente rispetto a quelli americani. Per esempio, Shell è oggi valutata a 4 volte l’EBITDA rispetto a 6 volte l’EBITDA di Exxon.

Purtroppo per l’Europa, la Shell non è un caso isolato. Le borse americane si dimostrano sempre più attraenti per le aziende europee e negli ultimi due anni molte grosse aziende hanno fatto il salto dell’oceano. Tra queste ci sono la società britannica di prodotti idraulici e di riscaldamento Ferguson Plc, la società chimica tedesca Linde Plc, la società irlandese di edilizia e costruzioni CRH Plc e la società di scommesse britannica Flutter Entertainment.

Politiche e normative europee troppo onerose

Ancora più preoccupante per il Regno Unito e l’Europa è il fatto che sempre meno aziende stanno entrando nei rispettivi mercati dei capitali. L’anno scorso, la LSE ha registrato solo 23 IPO, in calo rispetto alle 74 del 2022. Al contrario, gli Stati Uniti hanno registrato un aumento del 155% dei proventi totali delle IPO nel 2023, con circa 132 operazioni effettuate nelle borse americane.

Le politiche e le normative onerose nei mercati europei e gli stipendi troppo alti dei dirigenti in Europa spingono gli investitori e le società in quello che oggi è considerato il mercato più attraente del mondo: gli Stati Uniti.

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