Dopo un anno abbondante di guerra e sanzioni, price cap e nuovi contratti di gas (dal Qatar all’Algeria fino al costoso GNL statunitense) per svincolarsi dalla dipendenza energetica russa, l’Europa si è allegramente affrancata dal ricatto di Putin. O, almeno, questo è quello che ci raccontano…
Narrazione ufficiale e realtà
In realtà, come ha avvertito l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), l’Europa potrebbe trovarsi ancora ad affrontare un inverno molto difficile se la Russia interrompesse le rimanenti forniture di gas al continente e se la regione sperimentasse temperature fredde.
Non è certo una novità per chi conosce il settore energetico, ma questa volta la notizia ha risvegliato l’attenzione anche di alcuni distratti giornalisti (non in Italia ovviamente) visto che è stato niente di meno che il Financial Times a lanciare l’allarme.
Secondo l’AIE , anche se i siti di stoccaggio del gas dell’Unione Europea (UE) saranno riempiti quasi al 100% della capacità prima di ottobre, questo non è una garanzia contro future tensioni di mercato. Inoltre, l’agenzia afferma che “le nostre simulazioni mostrano che un inverno freddo, insieme a una completa interruzione delle forniture di gas russo all’Unione Europea. . . potrebbe facilmente rinnovare la volatilità dei prezzi“.
La Russia è ancora un importante fornitore di gas per l’Europa
Da mesi i prezzi del gas naturale stanno scendendo e la convinzione di noi europei che il peggio della crisi sia passato si è rafforzata. Tuttavia, la Russia costituisce ancora circa il 10% delle importazioni di gas della UE, con una quantità ancora maggiore fornita sotto forma di gas naturale liquefatto (GNL).
Se lo scenario sarà quello di un inverno freddo, un arresto completo dei gasdotti russi attualmente in funzione e una scarsa disponibilità di GNL, le scorte della UE si troveranno ad aprile prossimo con solo il 20% di gas, un livello che provocherà le interruzioni degli approvvigionamenti.
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