E se le commodity diventano beni di lusso? Ecco cosa accadrebbe

Cosa succede quando dei beni essenziali diventano beni di lusso? Gli esperti tracciano gli scenari che potrebbero aspettarci nei prossimi anni.

Il grande pubblico non era abituato a sentir parlare di carenze. Fino a dieci anni fa, la carenza era un evento remoto e straordinario, tanto da far ritenere che il mercato potesse sempre sistemare tali disequilibri: pagando un prezzo maggiore la disponibilità di qualsiasi materia prima sarebbe cresciuta in un ciclo infinito in cui la domanda e l’offerta trovano un equilibrio grazie alla crescita o alla decrescita dei prezzi.

Parlando di carenza di materie prime (gas naturale, petrolio, metalli o alimenti tanto per fare degli esempi), l’opinione generale è che i prezzi elevati siano la cura per le carenze.

Le risorse cruciali si adattano ancora alla logica del libero mercato?

Ovviamente, è vero che i prezzi elevati incentivano più persone a produrre più beni. Ma, nel caso delle materie prime, quando i prezzi aumentano è difficile per minatori, coltivatori e produttori seguire l’andamento dei prezzi rapidamente. Infatti, per esempio, l’aumento della produzione richiede investimenti che hanno tempistiche molto diverse rispetto alla domanda.

Ad ogni modo, visto quello che è successo nell’ultimo decennio è ragionevole chiedersi cosa succederebbe se alcune risorse cruciali non si adattassero alla logica dell’economia moderna. Da anni (per la verità da quando è nato questo portale) solleviamo questi dubbi, che nascono dall’evidenza che le risorse naturali non sono illimitate o, quanto meno, non sono sufficienti per sfamare gli appetiti di una popolazione umana di 8 miliardi di persone.

E se la tradizionale logica di mercato funzionasse solo in un mondo caratterizzato da una crescente estrazione di risorse a basso costo? E se il prezzo per estrarre metalli di qualità progressivamente inferiore o per raccogliere sempre più cereali inaridendo il suolo superficiale che è già saturo di tanti fertilizzante quanto le piante possono assorbire, pompando sempre più acqua dalle falde freatiche in dissoluzione… e se semplicemente non potessimo permetterci tutto questo su larga scala?

Se ciò fosse vero, e lo scopriremo nei prossimi anni, ci accorgeremo che l’estrazione di minerali (in primis quelli critici per la transizione energetica) non riuscirà a tenere il passo con i consumi della popolazione e vedremo il nostro tenore di vita crollare.

Il caso dell’elio e del riso

Un caso emblematico di cosa potrebbe succedere è quello dell’elio. Già nel 2009 sapevamo che il mondo si stava dirigendo verso una grave carenza di elio. All’epoca il mercato mondiale dell’elio era dominato dagli Stati Uniti e dal suo Federal Helium Program, che raccoglieva le fonti di elio più ricche del mondo. Il governo americano, già negli anni ’20, aveva decise che l’elio era una risorsa così critica da gestirlo come una questione di sicurezza nazionale. Il motivo è sostanzialmente che è assai è difficile trovare sostituti dell’elio. Ma nel 1996 Congresso degli Stati Uniti decise di abbandonare il business dell’elio e lasciare che fosse il mercato a fissare i prezzi e a determinare se convenisse o meno trovare nuove forniture. Le conseguenze si sono fatte presto sentire e, attualmente, è in atto una corsa di aziende private a cercare e produrre elio. I prezzi di questo gas raro stanno aumentando vertiginosamente e, nel frattempo, diventa sempre più difficile procurarselo.

Un altro esempio interessante è quello del mercato del riso. In molti paesi, le forniture di generi alimentari di base sono gestite dai governi per evitare la carenza di cibo. In Asia i prezzi del riso sono ai massimi storici o quasi. L’India, il più grande esportatore di riso al mondo, ha già istituito alcune restrizioni sull’esportazione di riso. È possibile che altri paesi seguano l’esempio poiché il modo più veloce che ha un governo per farsi cacciare via è quello di trovarsi in un periodo con il cibo che scarseggio. E mantenere i generi alimentari dentro i confini nazionali è un modo per mantenere i prezzi bassi.

Nuovo secolo e nuovi paradigmi di mercato

L’elio e il riso sono due esempi di carenze che non possono essere affrontate semplicemente dal libero mercato, anche perché esistono ormai pochissimi mercati davvero liberi. I meccanismi del libero mercato hanno funzionato benissimo nel secolo scorso, quando i mercati erano più liberi e le risorse praticamente illimitate per il fabbisogno di un mondo non ancora sovrappopolato. Ma, nel nuovo secolo, il paradigma potrebbe non essere più lo stesso.

Se ci limiteremo a favorire soltanto la redditività quando trattiamo di risorse critiche (come lo sono per esempio alcuni minerali e metalli) provocheremo pressioni enormi e ingestibili su tali risorse e il problema ci esploderà tra le mani.

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