Prezzi del gas depressi dall’economia europea
Il mercato internazionale energetico sta attraversando un momento difficile a causa dei prezzi troppo bassi del gas naturale. Gli effetti della crisi tra Russia e Ucraina giocano un ruolo determinante.
Il mercato internazionale energetico sta attraversando un momento difficile a causa dei prezzi troppo bassi del gas naturale. Gli effetti della crisi tra Russia e Ucraina giocano un ruolo determinante.
Le risorse europee di gas naturale non sono sufficienti a fronteggiare un eventuale interruzione delle forniture provenienti dalla Russia. Se nel breve termine non esistono strade alternative percorribili, per il futuro alcune aziende cercano nuovi depositi e giacimenti di gas naturale, soprattutto in Italia.
Un recente studio di una delle più autorevoli riviste scientifiche evidenzia che l’estrazione di gas e petrolio tramite la tecnologia della fratturazione idraulica, potrebbe innescare effetti geologici non controllabili. I frequenti terremoti che si verificano in Oklahoma ne sarebbero la prova.
L’interruzione delle forniture russe di gas verso l’Ucraina infiamma i prezzi sul mercato e scatena forti preoccupazioni circa le forniture per l’Europa in vista del prossimo inverno.
Il baricentro degli interessi energetici della Russia si sta spostando drasticamente dall’Europa all’Asia, con conseguenze negative per il Vecchio Continente.
La Cina mostra i muscoli nel Mare Cinese Orientale alle spese del Vietnam, riaccendendo una disputa che dura da secoli.
Le ultime vicende della crisi tra Russia e Ucraina fanno presagire che siano in arrivo grossi guai per l’Europa. Senza il gas russo il Vecchio Continente, soprattutto l’Italia, potrebbe vivere un inverno difficile da dimenticare.
Il braccio di ferro tra Stati Uniti e Russia sulla questione dell’Ucraina, avrà esiti imprevedibili su tutto il mercato petrolifero mondiale.
Da pochi mesi la Cina si è ritrovata “inondata” dallo shale gas. A fronte di un potenziale di riserve enorme, la produzione sta procedendo a ritmi così elevati che anche gli esperti più ottimisti sono rimasti sorpresi.
Se la Russia interrompe le forniture di gas all’Europa, non esistono al momento valide soluzioni per far fronte al problema e gli scenari che si prospettano sono preoccupanti.
Esiste un combustibile che anziché produrre anidride carbonica, la consuma. Impossibile? Non per l’etere dimetilico, che inoltre ha un’efficienza molto maggiore di tutti i carburanti per auto-trazione.
Il paese latinoamericano, con una fama compromessa dalle violenze e dal traffico di droga, ha da qualche anno voltato pagina. I primi ad accorgersene sono stati i grossi gruppi di investimento legati al gas ed al petrolio.
Dal mercato energetico americano arrivano segnali di grandi cambiamenti, guidati soprattutto da due fonti non-tradizionali: l’etanolo ed il fracking. Per le giovani aziende del settore stanno nascendo nuove opportunità di grandi profitti.
Il mercato energetico mondiale avrà nei prossimi anni un protagonista indiscusso: il gas naturale. Ecco la mappa delle multinazionali energetiche che si stanno contendendo la leadership di questo settore strategico.
Più la ripresa economica si allontana e maggiori sono le preoccupazioni degli investitori, alla ricerca di un porto sicuro.
I bassissimi prezzi dello shale gas negli Stati Uniti, fanno temere che si sia gonfiata un’altra bolla speculativa, pronta ad esplodere e a trascinare i prezzi energetici verso l’alto.
Grazie al fracking, o fratturazione idraulica, la bolletta energetica dei consumatori americani si è drasticamente ridotta.
Il gas naturale americano sta per invadere i mercati d’oltreoceano, grazie ad una forbice di prezzi molto ampia, che favorisce le esportazioni di gas dagli Stati Uniti all’Europa.
Lo shale gas darà agli Stati Uniti un vantaggio competitivo enorme rispetto al resto del mondo e questo vantaggio è destinato a durare per molti anni.
Le materie prime, beni reali e concreti, indispensabili all’economia reale, offrono opportunità di investimento anche ai comuni risparmiatori.
Gli Stati Uniti stanno sperimentando un “rinascimento” energetico che coinvolge tutto il sistema produttivo industriale. Tutto ciò grazie al gas di scisto, il più pulito tra i combustibili fossili.
Le conseguenze delle nuove politiche giapponesi nel settore del nucleare, si fanno sentire sui prezzi dell’uranio.