Quando arriverà il prossimo inverno, per l’Europa potrebbero esserci grossi problemi se le forniture di gas naturale dalla Russia venissero tagliate a causa dell’escalation della crisi ucraina.
I segnali che arrivano in questi giorni portano a pensare che queste preoccupazioni potrebbero presto diventare una realtà, dal momento che la situazione sta diventando sempre più complicata.
La richiesta della Gazprom, l’azienda energetica che gestisce il gas russo, di avere garanzie circa il pagamento di gas fornito all’Ucraina, per molti osservatori è soltanto il prologo allo stop del gas dalla Russia all’Europa.
La Gazprom chiede un anticipo di 1.660 milioni di dollari per garantire le forniture di gas per il mese di giugno all’Ucraina, senza la quale fermerà il flusso di gas a partire dal 3 giugno. La richiesta è tutt’altro che irragionevole, dal momento che l’Ucraina non ha ancora pagato bollette del gas per 3,5 miliardi di dollari.
In caso di interruzione del gas russo, il periodo estivo potrà servire per non subire immediatamente gli effetti negativi della mancanza di gas ma non servirà a trovare valide alternative, dal momento che l’Europa dipende dalla Russia per circa un terzo del gas che consuma, mentre l’Ucraina riceve la metà delle sue forniture da Gazprom.
Poiché una notevole quantità di gas verso l’Europa passa attraverso i gasdotti ucraini, secondo la Wood Mackenzie, in caso di interruzione delle forniture, uno dei paesi che si troverà in maggiori difficoltà sarà l’Italia.
Recentemente, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha versato all’Ucraina una prima trance di aiuti, da tempo programmata, di 17 miliardi di dollari e ciò consentirebbe al paese di onorare il suo debito. Come ha dichiarato il primo ministro russo Dmitry Medvedev “i nostri partner ucraini hanno i soldi per pagare e adesso aspettano un segnale dai nostri partner europei per essere autorizzati a pagare i debiti“.
Inoltre, esiste un problema di prezzo. Sembra che i russi abbiano in carico il gas da fornire all’Ucraina ad un prezzo molto più alto (485 dollari per mille metri cubi) rispetto al prezzo attuale di circa 270 dollari. L’Ucraina vuole pagare il prezzo più basso, ma naturalmente i russi pretendono il prezzo legato al vecchio contratto stipulato nel 2009.
A complicare tutta la questione ci sono le sanzioni economiche che l’Europa, insieme agli Stati Uniti, ha inflitto alla Russia.
L’Occidente ha fatto la voce grossa con la Russia escludendola dal G7 e condannando le sue azioni in Ucraina, ma quando si tratta di gas, petrolio e altre risorse naturali è difficile pensare che non sia la Russia ad avere la meglio.
Da pochi giorni è diventato di dominio pubblico un imminente accordo tra la Russia e la Cina per forniture a lungo termine di gas naturale. A partire dal 2018 la Russia fornirà la Cina per 30 anni con 38 miliardi di metri cubi all’anno, ad un prezzo superiore a quello che l’Ucraina pretende di pagare.
Se la situazione peggiorerà, la Russia potrebbe pagare un alto prezzo per la sua annessione della Crimea e per il conflitto con l’Ucraina, ma gli impatti su altre parti del mondo, soprattutto in Europa, saranno altrettanto pesanti.