La tensione tra Cina e Vietnam spiegata in due parole: gas e petrolio

La Cina mostra i muscoli nel Mare Cinese Orientale alle spese del Vietnam, riaccendendo una disputa che dura da secoli.

I recenti scontri, per fortuna senza armi, tra Cina e Vietnam sul posizionamento di una piattaforma petrolifera nel Mare Cinese Meridionale, riportano in primo piano una serie di questioni mai risolte tra i due paesi, ma che interessano tutto il mondo visto l’importanza geopolitica della zona.

La compagnia petrolifera cinese CNOOC ha costruito un impianto di perforazione alla ricerca di petrolio vicino alle isole Paracel, 120 chilometri al largo dalla costa del Vietnam.

La piattaforma petrolifera ha suscitato grandi proteste in Vietnam, dove sono state date alle fiamme alcune fabbriche di proprietà cinese e taiwanese. Nella zona interessata, le navi cinesi e vietnamite, per rivendicare il controllo della zona, sono ricorse a speronamenti e a battaglie con cannoni ad acqua.

L’area nel Mare Cinese Meridionale è da anni al centro di numerose tensioni, non solo per le isole Paracel, ma anche per le isole Spratly, rivendicate da Brunei, Filippine, Malesia, Taiwan, Cina e Vietnam.

L’area nel Mare Cinese Meridionale è da anni al centro di numerose tensioni

Le isole Paracel, completamente disabitate, furono conquistate e annesse dalla Cina nel 1974 e il Vietnam ha più volte cercato di ottenere l’intervento delle Nazioni Unite per riaverle, ma senza successo poiché la Cina, in qualità di membro del consiglio di sicurezza dell’ONU,ha sempre posto il veto.

In un articolo del New York Times, viene evidenziato come la Cina abbia chiaramente manifestato la volontà di mostrare i muscoli, cosa che risulta evidente anche dalle dichiarazioni cinesi che parlano delle piattaforme petrolifere come di “territorio nazionale mobile”.

Ma oltre alle considerazioni di carattere geopolitico, non va dimenticato che poiché la questione ruota attorno ad una piattaforma petrolifera, la Cina punta soprattutto a mettere le mani su una risorsa naturale importante come il petrolio.

Inoltre si pensa che il Mare Cinese Orientale possieda ricchi giacimenti di petrolio e gas naturale. Quindi, la mossa cinese di collocare una piattaforma nel bel mezzo di una zona rivendicata dal Vietnam, dimostrerebbe che la Cina vuole il controllo delle risorse naturali della zona. Pochi mesi prima, erano comparse su Bloomberg le dichiarazioni di un funzionario dell’azienda petrolchimica di stato vietnamita a proposito della scoperta di enormi riserve di gas naturale proprio nella zona dell’intervento cinese.

I crescenti interessi economici per le risorse naturali e le rivendicazioni territoriali che affondano le loro origini nei secoli, renderanno il Mare Cinese Orientale una zona sempre più calda e una palestra per la politica espansiva della Cina.

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