Dal mese di ottobre i consumatori italiani pagheranno l’ennesimo aumento sulle bollette di gas ed energia. Qualcuno adduce come giustificazione a questi nuovi aumenti l’acuirsi della crisi tra Russia e Ucraina.
In realtà le cose stanno esattamente al contrario.
L’industria del gas naturale sta attraversando tempi difficili come non accadeva da tempo e le tensioni tra Europa e Russia sulle forniture di gas, insieme ad altri fattori, hanno depresso i prezzi del gas.
Il 6 ottobre, il gas naturale ha avuto il suo giorno peggiore da un mese a questa parte, raggiungendo i 3,898 dollari per milione di unità termiche britanniche sul NYMEX (ma in precedenza era arrivato vicino ai 3 dollari).
Per gli analisti il mercato del gas è arrivato ad un bivio. La produzione è in crescita e la domanda di corrente elettrica è in discesa. L’attuale quadro, che fa riferimento ai dati fondamentali, è fortemente ribassista.
Una delle cause del declino dei prezzi è la politica dei paesi europei che mira a rifuggire dal gas, visto come un fattore di instabilità per le tensioni tra la Russia e l’Ucraina, una questione che tuttavia solleva molti interrogativi sulle forniture energetiche del Vecchio Continente a lungo termine.
Anche una grande azienda come la russa Gazprom, che una volta aveva una quota del 13% sul mercato del gas del Regno Unito, sta diminuendo drasticamente le proprie vendite. L’azienda russa ha riconosciuto, durante una conferenza stampa a S. Pietroburgo, che l’Europa non è un mercato di acquirenti per il momento.
La tendenza di tutto il mercato è di spostarsi rapidamente sulle forniture energetiche meno costose.
Secondo un recente studio del Fondo Monetario Internazionale (FMI), i prezzi internazionali sul mercato dell’energia si sono stabilizzati grazie al boom dello shale gas e ai nuovi processi di liquefazione negli Stati Uniti (“La rivoluzione dello shale gas“).
Se il grande potenziale della liquefazione del gas naturale si affermerà, consentendo di spedirlo e scambiarlo più facilmente in tutto il mondo, i prezzi troveranno una loro stabilità a livelli assai economici e si potrà dire che la rivoluzione dello shale gas si è compiuta … Italia esclusa naturalmente!