Le preoccupazioni degli investitori cercano un riparo nell’energia

Più la ripresa economica si allontana e maggiori sono le preoccupazioni degli investitori, alla ricerca di un porto sicuro.

La ripresa economica, che i mass-media annunciano come imminente, continua invece ad allontanarsi. Economia cinese in rallentamento, venti di guerra civile in Medio Oriente, prezzi del petrolio molto alti, debito statale americano in crescita esponenziale e politiche monetarie espansive per rilanciare l’economia americana e giapponese.

In un panorama mondiale del genere, sono rimasti pochi capisaldi per l’investitore e uno di questi sono le materie prime dell’energia.

Spendere non è la strada che porta alla prosperità. Americani ed europei dovranno imparare che la prosperità è raggiungibile soltanto risparmiando e non spendendo soldi che non si hanno. Le politiche statali dei sussidi hanno abituato le persone a credere che il benessere sia raggiungibile con il consumo dei soldi degli altri, ma prima le persone torneranno alla realtà economica e prima si avvicinerà la fine della crisi economica.

Un indice realistico della paura che sta attraversando i mercati di tutto il mondo è il prezzo del petrolio. Anche se le quotazioni non sono ai massimi, i prezzi attuali (circa 100 dollari al barile) non sono giustificati dalla situazione economica mondiale che continua ad essere in depressione. Piuttosto sono prezzi dettati dal timore di qualche evento catastrofico, come potrebbe essere un conflitto o una crisi sistemica in Europa o negli Stati Uniti.

Quasi tutti gli investitori sono a conoscenza del fatto che le scorte di oro e argento sono in diminuzione, ma pochi si rendono conto che anche le scorte di molte risorse energetiche sono scese. Gas naturale, metano, carbonepetrolio, ma anche energia eolica, solare e nucleare potrebbero essere degli ottimi investimenti per il prossimo futuro, soprattutto quando tutti si renderanno conto che le risorse energetiche sono probabilmente l’unico investimento sicuro per i prossimi anni. Soprattutto in Asia e in Nuova Zelanda esistono alcune società poco conosciute, impegnate direttamente nel settore energetico o nei servizi ad esso collegato, che hanno ottime potenzialità per dare grandi soddisfazioni ai propri azionisti.

Il gas naturale è così a buon mercato che, per esempio, in Indonesia con 12 dollari se ne possono acquistare circa 30 metri cubi e negli Stati Uniti con la stessa cifra se ne possono acquistare circa 120 metri cubi. E il gas sarà sempre indispensabile per l’agricoltura e per i trasporti (“Una nuova bolla energetica sullo shale gas?“).

Alcuni analisti, in realtà ancora una minoranza,  suggeriscono per i prossimi anni di sottopesare le obbligazioni e il mercato azionario in genere, puntando invece sulle materie prime, soprattutto quelle energetiche.

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