Il recente accordo da 400 miliardi di dollari siglato tra Russia e Cina, per le forniture di gas naturale ha spinto il Giappone a voler far parte del gioco.
Secondo Bloomberg, un gruppo di 33 parlamentari giapponesi sta spingendo il governo a costruire un gasdotto tra Russia e Giappone.
Da più di dieci anni si parla di un collegamento energetico tra i due paesi, il primo con ampie risorse energetiche da vendere ed il secondo sempre alla ricerca di fonti per sfamare i propri fabbisogni energetici. E successivamente alla chiusura dei reattori nucleari giapponesi, dopo il disastro di Fukushima nel 2011, i sostenitori del gasdotto tra Russia e Giappone sono cresciuti.
L’accordo sul gas tra Cina e Russia avrà un forte impatto sui prezzi del gas naturale. Secondo Bank of America, i prezzi concordati tra i due paesi diventeranno un punto di riferimento per tutto il mercato mondiale.
La Cina è riuscita a spuntare un prezzo del gas più basso alla luce delle recenti tensioni tra Russia ed Europa causate dagli eventi in Ucraina. Adesso, con un partner commerciale come la Cina, la Russia si trova in una posizione di forza, mentre l’Europa continua ad avere problemi a trovare una fonte alternativa al gas naturale russo.
Cosa farà l’Europa se la Russia interrompe le forniture di gas naturale?
Secondo qualcuno spingerà il Vecchio Continente ad avviare nuove esplorazioni di gas naturale sul proprio territorio. L’Europa potrebbe rivedere il divieto imposto al fracking idraulico per l’estrazione di gas.
Nuovi progetti di esplorazione di gas naturale potrebbero coinvolgere anche l’Italia dove la BRS Resources, con sede in Texas, ha già in corso attività esplorative.