Europa alla disperata ricerca di metallo. Sanzioni contro l’alluminio russo?
Con una domanda di alluminio in forte espansione, qualsiasi ulteriore interruzione dell’offerta rappresenterebbe un duro colpo per i produttori europei.
Con una domanda di alluminio in forte espansione, qualsiasi ulteriore interruzione dell’offerta rappresenterebbe un duro colpo per i produttori europei.
Le azioni del colosso russo dell’alluminio Rusal scendono del 22 percento, il maggior calo registrato da aprile 2018.
Il confine tra produttori di alluminio primario e secondario sta svanendo rapidamente. Entrambi, concorrono per accaparrarsi i rottami e sempre di più lo faranno negli anni a venire.
Anche la fonderia slovacca di alluminio Slovalco, di proprietà di maggioranza di Norsk Hydro, è strozzata dagli alti costi dell’energia elettrica.
Cronaca dell’inizio di un incubo che si sta materializzando. Tutto comincia in una sconosciuta città cinese, che qualcuno teme diventerà la Wuhan dell’alluminio.
I prezzi volano ai livelli più alti dal 2008, sostenuti dalle preoccupazioni per la scarsa offerta e il calo delle scorte.
Quali sono gli umori degli operatori di mercato per i prossimi dodici mesi? Senza dubbio, i rialzisti sono la maggioranza, ma qualcuno vede anche degli ostacoli che potrebbero fermare la corsa dell’alluminio.
Anche con le limitazioni al consumo di energia, le fabbriche di alluminio cinesi hanno sfornato nel 2021 quantità record di metallo.
La crisi energetica europea resta grave e non si intravedono soluzioni a breve termine. Nel settore dell’alluminio si registrano ulteriori vittime.
Prezzi ai massimi da 2 mesi. Forniture scarse per problemi energetici, embargo indonesiano di carbone e warrant LME annullati: per la corsa dell’alluminio non c’è tregua.
Gli smelter europei stanno attraversando momenti molto difficili. I costi energetici sono fuori controllo e le perdite costringono allo spegnimento degli impianti.
Ieri, 28 dicembre, è giunto l’annuncio della ALRO di drastici tagli alla produzione di primario. Un grosso problema anche per clienti e fornitori.
Aluminium Dunkerque ha tagliato la produzione di alluminio primario nelle ultime due settimane in risposta all’aumento dei prezzi dell’energia elettrica.
Anche quest’anno sta giungendo al termine ma, per i consumatori di alluminio, non sarà facile dimenticarlo. Ripercorriamo alcuni momenti…
La produzione di alluminio primario cresce troppo lentamente rispetto ai consumi. Nel 2022 ci sarà un grosso deficit e i prezzi verranno spinti verso l’alto.
Il rally dei prezzi del gas naturale si calmeranno con il passare dei mesi, ma i prezzi di alcuni metalli base, tra cui rame e alluminio, rimarranno alti.
I nuovi impianti di Hydro e Alcoa porteranno sul mercano nuova capacità produttiva di alluminio. Nel frattempo, i prezzi si muovono lateralmente.
Le scorte di alluminio in tutto il mondo scendono pericolosamente verso lo zero. Ma come è stato possibile arrivare a questo punto?
Mentre i prezzi dell’alluminio oscillano violentemente, i costi di produzione per l’alluminio primario sono aumentati, con una forte contrazione dei margini.
Alcoa sta puntando molto su nuova capacità fusoria di alluminio in tutto il mondo con 2 nuovissime tecnologie: ELYSIS e ASTRAEA.
I prezzi dell’alluminio sono crollati del 20 percento in sole 2 settimane, seguendo le sorti del carbone in Cina. Cosa devono aspettarsi i consumatori nel breve termine?
La domanda di alluminio da parte del settore aerospaziale e automobilistico tornerà più velocemente del previsto e sarà come uno tsunami per il mercato.
La grave crisi energetica che sta colpendo l’India rischia di mietere attori economici importanti come le fonderie di alluminio.
I vincoli all’offerta di metalli industriali potrebbero protrarsi fino al 2022. La crisi energetica è il fattore chiave da non perdere di vista.
Ci sono ancora cattive notizie per i consumatori di alluminio. Questa volta sono le leghe di alluminio a complicare la vita a chi deve acquistare metallo.
I prezzi dell’alluminio sono saliti ai massimi da 13 anni con l’aggravarsi della crisi energetica in Cina e nel resto del mondo.
Dalla Cina pessimi segnali per i consumatori di alluminio. La produzione a settembre ha cominciato a scendere e, ad ottobre, farà lo stesso.
I produttori di alluminio non riescono a rispondere ad una domanda troppo forte, mentre la crisi energetica complica ulteriormente la situazione. E i prezzi non possono che salire…
La crisi energetica mondiale sta colpendo anche la Cina e il suo sistema produttivo, con conseguenze significative sulla produzione di metalli.
Le diminuzioni della produzione globale di acciaio e di alluminio vanno a braccetto, con la Cina che ne determina le sorti come al solito.