Siderurgia in Italia: -11,5% la produzione di acciaio nel 2022

Secondo Federacciai, nel 2022 l’Italia ha ridotto la sua produzione di acciaio dell’11,5% rispetto all’anno precedente.

Il bilancio produttivo della siderurgia italiana per il 2022 riporta una riduzione complessiva dell’11,5% (dati Federacciai).

La contrazione produttiva è stata particolarmente forte negli ultimi mesi dell’anno e, a dicembre, è stata di -15,6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno (-31,8% rispetto a novembre 2022).

Ma andiamo a vedere più nei dettagli come si è composta questa contrazione. La produzione di laminati a dicembre è diminuita del 22,4% rispetto a dicembre 2021 (660mila tonnellate). La produzione di prodotti piani nello stesso periodo è stata pari a 642 mila tonnellate, in calo del 17,6% su base annua.

-12% i laminati, -13,8% i piani

Considerando tutto l’anno, la produzione in Italia di prodotti laminati è diminuita del 12% anno su anno (12,03 milioni di tonnellate) e quella di prodotti piani del 13,8% (9,55 milioni di tonnellate).

Naturalmente, dicembre è sempre stata un mese al rallentatore per chi produce acciaio visto che è un periodo di vacanze per il settore siderurgico. Quest’anno, però, le ferie sono state più lunghe del solito, con l’obbiettivo di rallentare la produzione senza ricorrere a misure straordinarie (e, perché no, per fare una cosa gradita anche ai lavoratori).

La maggior parte dei produttori di laminati ha interrotto l’attività per tre settimane, mentre i grandi produttori di prodotti piani per una media di due settimane. Quest’anno, il periodo di chiusura natalizia è stato in media di 18 giorni, rispetto ai 13 del 2021.

Con la fine del 2022 arriva un 1 miliardo di euro per Acciaierie d’Italia

Ma il mese di dicembre 2022, oltre al deciso rallentamento produttivo, ha visto anche un altro evento straordinario per il settore siderurgico italiano. Infatti, il governo ha approvato una nuova misura per iniettare 1 miliardo di euro in Acciaierie d’Italia (ex Ilva), la travagliata joint venture tra ArcelorMittal e lo stato italiano. L’aiuto sarà suddiviso in due tranche, la prima di 680 milioni di euro e la seconda di 320 milioni di euro. In questo modo, Invitalia diventerà l’azionista di maggioranza entro il 2024.

Le timide intenzioni del nuovo governo di non voler statalizzare Acciaierie d’Italia sono evaporate come neve al sole e l’acciaieria più grande d’Europa torna a tutti gli effetti nel carrozzone di stato e a libro paga dei contribuenti italiani.

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