Il prete-scienziato che litigava con il Papa e sorprendeva Einstein

Uno dei più grandi scienziati del XX secolo era uno sconosciuto prete cattolico belga, amico di Einstein e critico del Papa.

Religione e scienza non sono mai andate d’accordo e preti-scienziati in età moderna che abbiano raggiunto risultati scientifici importanti quasi non se ne conoscono. Tuttavia, esiste almeno un’eccezione…

Facciamo un passo indietro nel tempo, fino al gennaio 1933. All’Institute of Technology di Pasadena, in California, succede qualcosa che sembra mettere in discussione l’antitesi tra scienza e religione.

La più bella spiegazione della creazione

In quei giorni, si svolgevano una serie di conferenze a cui partecipavano alcuni dei più grandi luminari della scienza dell’epoca provenienti da tutto il mondo, tra cui Edwin Hubble e Albert Einstein. Fu in quell’occasione che Einstein, dopo aver ascoltato un partecipante alla conferenza, esclamò: “Questa è la spiegazione più bella e soddisfacente della creazione che io abbia mai ascoltato“.

Si riferiva a Georges Lemaître, un prete cattolico belga fuggito negli Stati Uniti alla vigilia dell’ascesa del Terzo Reich, che Einstein rispettava molto. Georges Lemaître era un uomo religioso, ma anche un grande cosmologo. Le sue ricerche hanno avuto una grande influenza anche sulla nostra comprensione moderna dell’esistente.

Era nato nel 1894 a Charleroi, in Belgio, e fin da subito si interessò a capire come funzionavano le cose intorno a lui. Studiò ingegneria civile presso l’Università Cattolica di Leuven, la più grande università francofona del Belgio, per poi prestare servizio nell’esercito belga come ufficiale durante la Prima Guerra Mondiale. Al ritorno dalla guerra si laureò in matematica e filosofia.

Ma, anziché iniziare la vita accademica, nel 1923 fu ordinato sacerdote dal suo maestro spirituale, il cardinale Mercier.

Il prete-scienziato belga aveva grandi capacità negli studi scientifici, in particolare aveva un debole per la teoria della relatività generale e speciale. Il cardinale Mercier, riconoscendo i talenti di Lemaître, lo aiutò ad entrare nel prestigioso Osservatorio di Harvard e a conseguire un dottorato in fisica presso il MIT (Massachusetts Institute of Technology).

Un prete-scienziato degno del Premio Nobel

In questo periodo propose e descrisse la sua teoria di un universo in espansione usando la teoria della relatività di Einstein come guida. Passò praticamente ignorato dalla comunità scientifica il suo articolo del 1927 intitolato “Un universo omogeneo di massa costante e raggio crescente che rappresenta la velocità radiale delle nebulose galattiche extra“.

In seguito, Hubble avrebbe dimostrato la stessa cosa. Inoltre, Lemaître scoprì quella che da allora è diventata nota come “legge di Hubble“, cioè il tasso di espansione correlato alla distanza delle galassie dalla Terra.

Probabilmente, le scoperte di Lemaître era degne del Premio Nobel, ma pochi lessero il suo articolo rivoluzionario. Tra quei pochi c’era però Albert Einstein che, impressionato, disse al prete-scienziato “I tuoi calcoli sono corretti, ma la tua fisica è abominevole“. In altre parole Einstein pensava che la matematica di Lemaître fosse corretta, ma non ciò che le conclusioni mostravano.

L’ora senza ieri

Ma Lemaître, da bravo scienziato, continuò a lavorare e a farsi domande, elaborando un’altra teoria rivoluzionaria. In una lettera del 9 maggio 1931 alla rivista Nature scrisse: “Se il mondo è iniziato con un singolo quanto, le nozioni di spazio e tempo non avrebbero alcun significato all’inizio; avrebbero iniziato ad avere un significato sensato solo quando il quanto originale fosse stato diviso in un numero sufficiente di quanti. Se questo suggerimento è corretto, l’inizio del mondo è avvenuto un po’ prima dell’inizio dello spazio e del tempo.

In una sua raccolta di saggi del 1950, fa riferimento all’inizio dell’universo come “l’ora senza ieri“, che oggi conosciamo popolarmente come “il giorno senza ieri” . In pratica era il fondamento di quella che sarebbe diventata la “teoria del Big Bang”.

Il contrasto con Papa Pio XII

Molti erano scettici sulla sua teoria dell’origine del tutto e credevano che il background religioso di Lemaître offuscasse il suo lavoro scientifico. Al contrario, Papa Pio XII proclamò nel 1952 che la teoria del Big Bang affermava la nozione di un “creatore trascendentale” e, quindi, era in armonia con il dogma cattolico.

Ma Lemaître, non era d’accordo con il Papa, con cui discusse con veemenza sulla questione, cercando di convincerlo a smettere di usare il suo lavoro come argomento a favore del creazionismo.

Forse, oltre al prezioso contributo scientifico, uno degli insegnamenti più interessanti che il geniale prete-scienziato ci ha lasciato è la sua visione della scienza e della religione.

Non c’è conflitto tra religione e scienza” diceva Lemaitre. Detto da uno dei più importanti fisici e matematici del Novecento, oltre che prete cattolico, la tesi ha certamente un valore ben superiore a qualsiasi roboante enciclica che un Papa possa mai scrivere.

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