Ricercatori cinesi sono riusciti a produrre uranio leggero. Si tratta di atomi con solo 122 neutroni rispetto ai 146 neutroni presenti in oltre il 99% dell’uranio che si forma naturalmente (uranio-238 o U-238).
Un isotopo di un elemento ha sempre lo stesso numero di protoni. Nel caso dell’uranio i protoni sono 92, mentre il numero di neutroni è variabile. Gli scienziati identificano gli isotopi con un numero dato dalla somma dei neutroni e dei protoni nei loro nuclei e, in questo caso, il nuovo isotopo è stato chiamato uranio-214 (U-214)
Mai così pochi neuroni e protoni
Si tratta dell’isotopo dell’uranio con il numero più basso di neuroni e protoni mai scoperto, come evidenziato dagli scienziati della Chinese Academy of Sciences in una recente pubblicazione sulla rivista Physical Review Lettere.
Per creare il nuovo isotopo di uranio è stato usato un complicato processo di sabbiatura di campioni di tungsteno con fasci di calcio e argon, fino a quando gli atomi si sono fusi. Successivamente, sono stati estratti gli atomi di U-214 dal campione tramite uno strumento magnetico chiamato separatore.
Osservando il decadimento dei nuclei, i ricercatori hanno scoperto che l’emivita dellU-214 è di circa 0,52 millisecondi. Hanno quindi eseguito esperimenti simili su due isotopi scoperti in precedenza, l’uranio-216 e l’uranio-218. Così facendo hanno determinato che le loro emivite erano rispettivamente di circa 2,25 millisecondi e 0,65 millisecondi.
Il nucleare può essere considerato sostenibile?
In termini pratici, questa emivita straordinariamente breve significa che la versione leggera dell’uranio potrebbe fornire fonti di combustibile più efficienti per i generatori di energia nucleare. Naturalmente, l’efficienza è fondamentale per riclassificare il nucleare come “sostenibile“, un argomento d’attualità anche nell’Unione Europea. Infatti, la Commissione Europea sta esaminando quali siano le attività economiche da considerare sostenibili, in base a criteri ambientali rigorosi.
Visto che l’U-214 garantisce un più breve decadimento radioattivo, potrebbe aprire nuove strade per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, riducendo di fatto al minimo i danni per l’ambiente.
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