Il mondo affascinante e misterioso delle “Stazioni Numeriche”

La natura inquietante e misteriosa delle stazioni numeriche ha sempre attirato l’attenzione dei radioamatori, oltre che dei servizi di spionaggio e controspionaggio di tutto il mondo.

Il mondo dei radioamatori è ormai una vecchia di moda, superata dalle comunicazioni sui canali social e sulle applicazioni di messaggistica istantanea. Tuttavia, radioamatori e segnali radio non sono scomparsi e, con loro, alcuni dei misteri che hanno sempre avvolto alcune tra le trasmissioni radio più enigmatiche e affascinanti: le Stazioni Numeriche, stazioni radio in onde corte di origine sconosciuta.

I segnali radio a onde corte, che occupano la banda di frequenze tra 3 e 30 megahertz, hanno la capacità unica di rimbalzare fuori dalla ionosfera terrestre, permettendo loro di propagarsi su grandi distanze. Perciò, i radioamatori possono ascoltare e comunicare con le stazioni a onde corte di tutto il mondo.

Un segnale nascosto tra le onde corte: The Buzzer (UVB-76)

E proprio tra il vasto ecosistema di emittenti amatoriali, servizi di notizie internazionali e reti di comunicazione di emergenza, tra le onde corte si nascondono trasmissioni misteriose e inquietanti. Come nel caso della frequenza 4625 kilohertz, nota anche come UVB-76 o semplicemente The Buzzer (Il Cicalino).

Scoperta per la prima volta nel 1985, The Buzzer non trasmette altro che un ronzio costante e monotono, composto da due toni distinti che si ripetono 25 volte al minuto. Ogni poche settimane circa, questo ronzio viene interrotto da una voce, che procede a leggere una stringa di parole o numeri casuali in russo. Il ronzio poi riprende, proseguendo 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno.

La fonte di UVB-76 è stata rintracciata in due siti fuori Mosca e San Pietroburgo, ma nessuna agenzia o organizzazione ha mai ammesso di gestire questa stazione. Ciò ha portato a infinite speculazioni sulla funzione di The Buzzer, con alcuni che teorizzano che sia usato per sondare la ionosfera alla ricerca di interferenze radio, altri che faccia parte del famigerato sistema russo Dead Hand, progettato per lanciare automaticamente l’arsenale nucleare in caso di attacco.

Ma è più probabile che The Buzzer appartenga a una serie di stazioni radio le cui origini sono da cercare nel mondo oscuro dello spionaggio della Guerra Fredda e che abbia continuato a funzionare fino ad oggi per i servizi di intelligence.

Tanti domande ma nessuna risposta certa

Ma a cosa servono davvero queste inquietanti trasmissioni? Sono solo scherzi, segnaposto per certe frequenze radio o qualcosa di più sinistro?

Innanzitutto, non bisogna fare l’errore di considerare le Stazioni Numeriche una reliquia della Guerra Fredda, resa obsolete dall’avvento dei computer, di Internet e di altre sofisticate tecnologie di comunicazione. In realtà è vero proprio il contrario.

Ogni messaggio inviato su un computer o su Internet lascia una traccia digitale, rendendo difficile ottenere la sicurezza assoluta senza protocolli di comunicazione incredibilmente rigidi o crittografie sofisticate. Al contrario, le trasmissioni delle Stazioni Numeriche non sono rintracciabili, sono efficienti e convenienti, il che significa che questo sistema ha ancora un posto nel panorama moderno dello spionaggio high-tech. Sono un sistema completamente sicuro perché i messaggi non possono essere tracciati e il destinatario potrebbe essere ovunque. Basta mandare le spie in un paese e convincerle a comprare una radio, sintonizzandosi su una specifica frequenza all’ora prefissata.

Un segnale per scatenare la guerra nucleare?

Per quanto riguarda The Buzzer, la più famosa tra le Stazioni Numeriche, il sospetto è che appartenga al servizio di intelligence russo (SVR). Probabilmente una specie di segnaposto, inteso a scoraggiare altre emittenti dall’utilizzare quella particolare frequenza. La prova di questa teoria è emersa nel 2013 quando, dopo quasi 30 anni di nient’altro che ronzii e brevi stringhe di numeri, The Buzzer ha improvvisamente trasmesso il minaccioso messaggioComando 135 emesso“. Secondo alcuni radioamatori esperti, era un messaggio di prova, inteso a portare l’intero sistema di trasmissione sul piede di guerra simulato.

Insomma, per quanto inquietante possa essere il cicalio infinito e monotono di UVB-76, c’è da sperare che quel fastidioso suono non smetta mai di diffondersi, perché in caso contrario potrebbe voler dire che sta per accadere qualcosa di molto, molto brutto.

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