L’umile ma brillante professore che ha creato le batterie al litio

È morto all’età di 100 anni lo scienziato che ha dato origine alle batterie che alimentano tutti i moderni dispositivi elettronici.

John B. Goodenough, scienziato tedesco vincitore del Premio Nobel per la Chimica 2019, è morto la scorsa settimana all’età di 100 anni.

Una pietra miliare

Professore sconosciuto fino alla vincita del Nobel, è stato una persona che ha cambiato la vita a miliardi di persone per il suo ruolo cruciale nello sviluppo della rivoluzionaria batteria agli ioni di litio, onnipresenti in tutti i dispositivi elettronici, compresi i veicoli elettrici.

Era il 1980 quando Goodenough arrivò ad una svolta delle sue ricerche nei laboratori dell’Università di Oxford (Stati Uniti), creando la batteria degli smartphones, dei laptop, dei dispositivi medici salvavita, etc. etc. Come la maggior parte dei moderni progressi tecnologici, anche le batterie agli ioni di litio sono il prodotto di approfondimenti incrementali da parte di scienziati, tecnici di laboratorio e interessi commerciali nel corso di decenni. Tuttavia, il contributo del professore Goodenough è considerato cruciale, oltre a rappresentare una pietra miliare della chimica, della fisica e dell’ingegneria su scala molecolare.

Premio Nobel a 97 anni

Mentre è sotto agli occhi di tutti quanto sia stata rivoluzionaria un’invenzione del genere, è rimasta nell’ombra la vita straordinaria vita di questo umile e anticonvenzionale scienziato, che passerà alla storia dei Premi Nobel come il più anziano tra i vincitori, dal momento che la vincita arrivò all’età di 97 anni.

Goodenough non ha ricevuto royalties per il suo lavoro sulle batterie ed ha continuato a vivere con il suo stipendio come scienziato e professore presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT), Oxford e l’Università del Texas. Preoccupandosi poco del denaro, ha rinunciato ai profitti a cui avrebbe avuto diritto, condividendo i brevetti con i colleghi e donando i ricavi dei suoi premi alla ricerca e a borse di studio.

Essendo un devoto della Chiesa Episcopale, teneva un arazzo dell’Ultima Cena su una parete del suo laboratorio. La rappresentazione degli Apostoli gli ricordava il potere divino che lo aveva aiutato nonostante la sua vita non fosse iniziata nel migliore dei modi.

Una gioventù difficile

Come scritto nel suo libro di memorie, era il figlio indesiderato di un professore di religione agnostico dell’Università di Yale e di una madre con cui non era mai riuscito a legare. Senza amici, trascorse un’infanzia solitaria e da dislessico, totalmente ignorato dalla famiglia. Con pazienza e grandi sforzi riuscì a superare le sue difficoltà di lettura e cominciò a studiare latino e greco, perfezionando la matematica a Yale, meteorologia nelle forze aeree dell’esercito durante la seconda guerra mondiale e fisica con Clarence Zener, Edward Teller ed Enrico Fermi all’Università di Chicago.

Ma la grande invenzione si concretizzò quando Goodenough era a Oxford, grazie all’intuizione di costruire catodi con strati di litio e ossido di cobalto. I due metalli insieme producevano una tensione più elevata rispetto alle batterie che gli altri scienziati stavano studiando, oltre ad una minore volatilità. Lo straordinario risultato arrivò dopo quattro anni di ricerche.

La struttura originale del catodo di ossido di litio-cobalto di Goodenough è ancora utilizzata nelle attuali batterie agli ioni di litio e, molto probabilmente, quando lo scienziato stava lavorando su questo nuovo catodo non aveva la minima idea dell’impatto che avrebbe avuto la sua batteria per la vita di miliardi di persone.

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