Quale è il posto più sicuro su un aeroplano?

Dove sedere per non morire? Anche se la questione non è così drammatica ed estrema, la scelta del posto durante un volo ha conseguenze statisticamente significative.

Anche se viaggiare in aereo è una delle forme più sicure per spostarsi da un luogo ad un altro, gli incidenti aerei succedono ancora. Quindi, se mai ti trovassi in una situazione del genere, qual è il posto più sicuro in cui sederti per ridurre le probabilità di rimanere ferito o di morire? E in quali altri modi puoi assicurarti le minori probabilità di perire se l’aereo dovesse precipitare?

Per cercare una risposta a queste domande cominciamo con l’esaminare un esperimento americano un po’ folle, nel quale è stato fatto precipitare un Boeing 727 pieno di manichini da crash test, telecamere e sensori per studiare in uno scenario reale, anziché in una simulazione al computer come di solito avviene, tutti gli aspetti della sicurezza dei passeggeri.

Vicino alla parte anteriore dell’aereo il rischio di lesioni o morte è più elevato

L’esperimento avrebbe dovuto avvenire negli Stati Uniti ma, considerati i rischi che il jet senza pilota si schiantasse accidentalmente su zone abitate o che causasse danni in altro modo, gli scienziati americani hanno pensato subito ad un paese amico: il Messico. Infatti, il 27 aprile 2012 vicino alla città di Mexicali, l’esperimento ebbe luogo. Mentre i piloti si lanciavano con il paracadute tre minuti prima dello schianto, l’aereo proseguiva il volo telecomandato a distanza.

I risultati dell’esperimento? Senza sorpresa, si è scoperto che coloro che sedevano più vicino alla parte anteriore dell’aereo avevano il rischio più elevato di lesioni o morte. Quelli in mezzo erano nel mezzo della probabilità di lesioni o morte, quelli nella parte posteriore avevano meno probabilità di morire.

Inoltre, i manichini posizionati nella posizione solitamente consigliata dalle norme di sicurezza avevano riportato meno lesioni alla testa e al midollo spinale, anche se, cosa interessante, avevano maggiori probabilità di fratturarsi le gambe rispetto agli altri.

I sopravvissuti allo schianto muoiono per il fumo

Questo esperimento non è stato l’unico del genere. Infatti, il 1° dicembre 1984, la NASA e la FAA (Federal Aviation Administration) fecero schiantare intenzionalmente un Boeing 720 nel deserto del Mojave, in California. In questo caso, l’obbiettivo era di testare le cinture di sicurezza, l’integrità strutturale della cabina, così come l’efficacia dell’additivo per carburante FM-9 che avrebbe dovuto ridurre il fumo del carburante stesso in caso di incidente.

L’aereo era completamente telecomandato e fu fatto scendere con un angolo di planata di 3,8 gradi, tipico in un incidente reale. Dopo lo schianto, il dato più importante raccolto fu che, sebbene circa il 25% dei passeggeri (la maggior parte dei quali seduti nella parte posteriore) sarebbero sopravvissuto all’incidente considerando le lesioni corporali, la grande quantità di fumo spigionata dall’incidente avrebbe però provocato la morte di tutti prima che qualcuno potesse uscire all’esterno.

In prima classe il 49% di probabilità di sopravvivenza

Ma per avere un quadro più completo su quale è la zona più sicura di un aereo, dobbiamo fare riferimento ad uno studio del 2007 di Popular Mechanics, che ha preso in esame gli incidenti dal 1971 ad allora, analizzando quelli in cui qualcuno era morto ma altri erano sopravvissuti. Il risultato è stato che i passeggeri in prima classe o in business class avevano un tasso di sopravvivenza del 49%. Quelli nel terzo centrale dell’aereo un tasso di sopravvivenza del 56% e quelli nella parte posteriore dell’aereo un tasso di sopravvivenza del 69%.

Per riassumere: il posto statisticamente più sicuro in un aereo è il posto centrale dell’ultima fila.

Ma il vero pericolo è la tromboembolia venosa

Ma non dimenticate che esiste qualcosa di molto più probabile di un incidente aereo mentre volate e cioè la tromboembolia venosa (TEV). Nota anche come “sindrome della classe economica“, si verifica quando un coagulo di sangue si forma nelle vene a seguito di un tempo prolungato stando seduti. Il rischio di tale evento aumento con l’aria estremamente secca in altitudine che disidrata il corpo in modo incredibilmente rapido.

Sebbene sia difficile stabilire quanto sia comune la TEV durante un volo, dato che i sintomi potrebbero manifestarsi nei giorni successivi, uno studio nel 2018 ha rilevato che circa 1 passeggero ogni 4.500 voli svilupperà sintomi TEV entro 8 settimane da un volo a lungo raggio e che l’aumento del fattore di rischio di tali voli è di circa 2,8 volte superiore rispetto alla popolazione normale.

I posti dove c’è più spazio per le gambe e la possibilità di alzarsi e allungarsi sembrano provocare molti meno casi di questo tipo. Ci sono il doppio delle probabilità di sviluppare una TEV nei posti vicino al finestrino rispetto ai posti vicino al corridoio.

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