Le 5 bufale più popolari sul COVID-19 che circolano sul web

Tra tutte le bufale sul coronavirus che stanno girando in rete in questo periodo, ecco quali sono le più popolari.

Tanto tempo fa, quando internet e i social media ancora non esistevano, tutti sapevano che più grossa era una bugia e più era facile da scoprire. Le piccole bugie avevano maggiori probabilità di farla franca.

Poi sono arrivati i social media e anche il mondo delle bugie è stato stravolto. Il vecchio paradigma della bugia grossa con le gambe corte si è ribaltato. Più la bugia è grande, inverosimile o pazzesca e più il pubblico la prende sul serio.

In altre parole, le notizie che lasciano a bocca aperta, che sembrano pazzesche o assurde diventano vere man mano che diventano popolari. Non importa se sono oggettivamente vere, quello che conta è che siano davvero popolari, meglio se virali.

In questo mondo capovolto, sono le fake news, o più semplicemente le bufale, a formare l’opinione delle persone, con danni difficili da calcolare e con il risultato certo di plasmare una percezione della realtà completamente errata.

Alcuni esempi? Ecco le 5 bufale che hanno recentemente spopolato sul web e che hanno convinto molte persone dell’assoluta autenticità di queste notizie.

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Condannato a morte per essersi ammalato di coronavirus

“Kim Jong Un, leader della Corea del Nord, ha ordinato di uccidere il primo paziente di COVID-19 del suo paese”

NESSUNA PROVA

A febbraio di quest’anno, mentre il coronavirus COVID-19 si stava diffondendo in tutto il mondo, sui social media circolava una voce che sosteneva che il leader supremo della Corea del Nord, Kim Jong Un, aveva ordinato di mettere a morte il primo paziente di COVID-19 del paese.

Si tratta di una notizia non verificabile, proveniente da fonti anonime e senza alcun dettaglio specifico sull’incidente. Certamente, non è facile verificare le voci sulla Corea del Nord, ma fino a che ciò non è possibile la notizia non può essere considerata vera.

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Nostradamus l’aveva predetto

“Nostradamus aveva predetto la pandemia di coronavirus”

FALSO

Nel bel mezzo della pandemia, alcuni utenti di social media hanno condiviso ciò che sostengono essere una previsione dei fatti di questi mesi, formulata nel 1551 dall’astrologo e presunto indovino noto come Nostradamus: “Ci sarà un anno gemello (2020) da cui sorgerà una regina (corona) che verrà dall’est (Cina) e che diffonderà una peste (virus) nell’oscurità della notte, in un paese con 7 colline (Italia ) e trasformerà il crepuscolo degli uomini in polvere (morte), per distruggere e rovinare il mondo. Sarà la fine dell’economia mondiale come la si conosce“.

In realtà non esiste nessuna quartina del genere nel libro “Les Prophéties” di Nostradamus. Inoltre, non esiste alcuna menzione a questa presunta profezia prima degli eventi di quest’anno, cosa che la colloca tra le tante bufale moderne.

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Acqua calda e limone per curare il COVID-19

“Bere acqua calda con il limone cura o previene il COVID-19. Bere acqua con il limone e il bicarbonato di sodio “alcalinizza il sistema immunitario”, curando o prevendendo il COVID-19″

FALSO

Si è diffusa sui social media una quantità significativa di bufale sul coronavirus sotto forma di consigli da parte di esperti anonimi. Per esempio, è stato riportata un’affermazione attribuita a un ricercatore cinese che consiglia di usare quanta più vitamina C possibile e suggerisce i limoni come una buona fonte. Dice anche che il consumo regolare di una bevanda a base di tre fette di limone e acqua calda aiuta contro la diffusione di COVID-19 e distrugge il virus.

Un’altro consiglio “proveniente da Israele” include l’aggiunta di bicarbonato di sodio all’acqua calda e al limone. Ciò funzionerebbe come alcalinizzante per il sistema immunitario.

Mentre la vitamina C svolge un ruolo in diverse funzioni del sistema immunitario, il suo uso come trattamento per prevenire o curare le infezioni virali non è supportato dalla scienza. Di certo, l’alcalinizzazione del sistema immunitario è un concetto pseudoscientifico completamente illogico. Un’altra tra le bufale scientifiche.

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Il coronavirus è una creazione di Soros

“George Soros possiede il laboratorio di Wuhan, in Cina, dove è stato sviluppato il coronavirus COVID-19″

FALSO

Gli appassionati di complotti hanno condiviso post e video su un tema comune: il virus SARS-CoV-2 è una creazione dell’uomo, sviluppato in un laboratorio cinese di proprietà di George Soros, con lo scopo di provocare la crisi economica per rimuovere Donald Trump dalla presidenza degli Stati Uniti.

Tutti i dati scientifici fino ad ora in nostro possesso dimostrano che il coronavirus non è una creazione umana. L’idea di una connessione tra Soros e la pandemia di COVID-19 deriva dal fatto che WuXi AppTec , una una società bio-farmaceutica con sede a Shanghai, gestisce una struttura di ricerca sulle micro molecole e Soros ne sarebbe il proprietario.

Tuttavia, Soros non detiene alcuna posizione esecutiva presso la WuXi AppTec e tutti i maggiori azionisti sono entità cinesi senza alcun legame con lo stesso Soros.

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Eliminare il 5G per fermare il coronavirus

“In Cina, hanno abbattuto un’antenna 5G per fermare il COVID-19”

FRAINTESO

Lo scorso mese, ha iniziato a circolare sui social media un video che mostrava l’abbattimento di un’enorme antenna 5G (la rete wireless di quinta generazione), perché la gente temeva che fosse una causa della pandemia di coronavirus. Il video è diventato virale nei primi giorni di aprile.

Tuttavia, pur trattandosi di un video autentico, non risale a quest’anno e non ha nulla a che fare con le antenne 5G. Si tratta infatti di un filmato dell’agosto 2019 che mostra manifestanti anti-sorveglianza che abbattono un lampione intelligente a Hong Kong.

Il 5G era già l’uomo nero dei cospirazionisti ma, in questo caso, la prova che le antenne 5G provocherebbero il COVID-19 sarebbe che la Cina ha iniziato ad installare queste antenne nello stesso periodo in cui il coronavirus ha iniziato a diffondersi nel paese. Ovviamente, il semplice fatto che due cose si siano verificate contemporaneamente non significa che siano correlate (la correlazione non implica la causalità).

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