Ci sono quasi 23 milioni di piccole e medie imprese (PMI) nell’Unione Europea (UE), che hanno costituito per decenni l’asse portante dell’economia di molti paesi, come per esempio l’Italia. E per quasi 30 anni sono state totalmente ignorate da Bruxelles.
30 anni per capire che serve un commissario per le PMI
Ma nel suo discorso sullo stato dell’Unione di ieri, la presidente della Commissione Europea (Ursula von der Leyen) ha detto che adesso se ne occuperanno, nominando un incaricato ad hoc. Perché dopo 30 anni vogliano nominare un commissario per le PMI rimane un mistero. Decenni di totale indifferenza verso i problemi delle PMI a tutto vantaggio degli interessi delle grandi aziende a cui Bruxelles ha dedicato tutte le risorse possibili, è qualcosa che pare abbastanza ridicolo e che suona come una beffa.
Che non esista ancora un rappresentante del genere nella storia quasi trentennale della UE è qualcosa che la dice lunga sulle politiche economiche di Bruxelles. Di fatto, una dimostrazione che finora sono stati ascoltati soltanto gli interessi delle grandi aziende.
Ignorate totalmente le conseguenze negative di CBAM per le piccole-medie imprese
Ma la beffa appare ancor più evidente dando uno sguardo alla valutazione d’impatto della Commissione Europea riguardo all’introduzione della Carbon Border Tax (CAM) e del Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM), dove vengono totalmente ignorate le conseguenze negative che colpiranno le PMI. In altre parole, con una mano si tagliano le gambe ad un gran numero di imprese piccole-medie e con l’altra si firma la nomina di un commissario per rappresentare gli interessi delle stesse.
L’annuncio di Ursula von der Leyen, che dopo 30 anni si è accorta che in Europa esistono le PMI, è davvero discutibile, stonato e irritante. Non sarà che la Presidente della Commissione Europea sta cercando soltanto di raccogliere consensi in vista delle prossime elezioni europee?
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