Il controllo dei prezzi, una ricetta facile facile ma che non funziona

La storia lontana e recente ci ha insegnato che il controllo dei prezzi non funziona. Inoltre, è l’anticamera per il razionamento dei beni.

L’inflazione è alle stelle in molte parti del mondo. In Italia sta aumentando ad un tasso ufficiale del 7,9% (dati ISTAT di luglio rispetto allo scorso anno). Ma, come tutti i consumatori sanno, l’inflazione reale e che colpisce soprattutto i generi alimentari è almeno del doppio.

Tuttavia, potrebbe essere ancora maggiore se le banche centrali non avessero aumentato i tassi di interesse, proprio per combattere l’aggressione dell’inflazione. Naturalmente, tassi di interesse più elevati significano che le imprese e i consumatori che prendono in prestito denaro devono pagare di più per i loro debiti. Di conseguenza, la politica di alzare i tassi non è per nulla popolare.

La grande tentazione dei governi: controllare i prezzi

Esiste però un altro strumento che affascina molto i nostri politici, oltre ad avere una grande presa sul consenso popolare. Si tratta del controllo dei prezzi. Controllare il prezzo del gas, della benzina, degli alimenti o degli affitti è una tentazione a cui sempre più governi non riescono a sottrarsi.

Eppure si tratta di una misura che non funziona, come dimostrano numerose esperienze in tutto il mondo, sia nel presente che nel passato.

L’esperienze presenti e passate parlano chiaro: il controllo dei prezzi porta alla carenza di beni

Era il 15 agosto 1971 quando il presidente americano Richard Nixon annunciò : “Oggi ordino il congelamento di tutti i prezzi e degli stipendi negli Stati Uniti“. Nel giro di poche settimane molti prodotti scomparvero dagli scaffali dei negozi poiché i produttori avevano smesso di produrli visto che non potevano realizzare profitti con il prezzo imposto dal governo.

Ma nel mondo ci sono numerosi esempi di governi che non hanno resistito alla tentazione di controllare i prezzi. In Venezuela sono in vigore severi controlli sui prezzi da quasi due decenni e, da allora, è iniziata la carenza di cibo, di medicine e di beni di prima necessità. I produttori hanno smesso di produrre perché non possono realizzare profitti con i prezzi imposti dal governo. Di conseguenza, l’unico modo che le persone hanno per acquistare i beni e i servizi di cui hanno bisogno è di rivolgersi al mercato nero, dove i prodotti vengono venduti a prezzi più elevati.

Anche nei paesi sviluppati non mancano esempi di cosa accade quando il governo controlla i prezzi. A Vienna circa il 60% dei residenti vive in case che sono di proprietà del comune o di cooperative senza scopo di lucro sovvenzionate dallo stato. Di fatto, nella capitale austriaca ci sono affitti molto convenienti, ma solo per chi riesce a trovare locali a prezzo controllato. Per tutti gli altri i prezzi sono molto più cari che nella maggior parte delle altre città europee. Inoltre, i contratti di locazione hanno portato a una grande quantità di imbrogli. È normale che il locatario subaffitti il ​​proprio appartamento sul mercato nero a prezzi di gran lunga superiori al prezzo controllato. Al contrario, negli edifici in cui gli affitti possono essere aumentati dopo che un inquilino se ne va, i proprietari offrono agli affittuari enormi bonus per andarsene, dopo di che aumentano gli affitti al prezzo di mercato.

Passo 1: prezzi controllati. Passo 2: razionamenti

Che si tratti di cibo, carburante o alloggi, la storia ci ha insegnato che il controllo dei prezzi porta inevitabilmente a carenze. E l’unico modo per evitarle è il razionamento, come quello che i nostri nonni hanno vissuto durante la Seconda Guerra Mondiale. Il razionamento consente alle persone di acquistare solo quantità limitate di beni al prezzo controllato, per evitare che questi scarseggino.

Perciò, è bene non dimenticare che i prezzi controllati sono il primo passo verso i razionamenti, una versione del futuro che assomiglia molto al passato più buio della storia del secolo scorso. Quando un governo vuole controllare i prezzi, una misura in genere accolta con gli applausi dalla popolazione, sta inevitabilmente aprendo le porte al razionamento dei beni.

Chi propugna il controllo dei prezzi farebbe bene a riflettere su cosa diceva Albert Einstein: “La follia è fare la stessa cosa più e più volte e aspettarsi risultati diversi“.

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