Tempi duri per l’acciaio inglese: migliaia di posti di lavoro in pericolo

Anche il comparto della siderurgia d’oltremanica sta attraversando momenti drammatici. Liberty Steel UK e British Steel sono in piena crisi, con pesanti ricadute occupazionali.

Nel Regno Unito il settore siderurgico si trova ad affrontare momenti difficili derivanti dagli elevati costi energetici e dalla forte concorrenza degli importatori.

Liberty Steel UK ha annunciato la scorsa settimana che ridurrà la produzione di acciaio e la capacità di lavorazione a valle. Nonostante l’iniezione di 200 milioni di sterline nel capitale azionario negli ultimi due anni, la fabbricazione di alcuni prodotti è diventata impraticabile a causa degli elevati costi energetici e delle importazioni da paesi senza gli stessi standard ambientali.

Liberty Steel UK: verranno licenziati 440 lavoratori

Il nuovo piano di ristrutturazione aziendale prevede una riduzione della produzione nell’acciaieria di Rotherham e nei laminatoi di Rotherham, Stocksbridge e Brinsworth. Le vendite verranno temporaneamente soddisfatte con billette e bramme importate. La società bloccherà anche la produzione di Liberty Performance Steels (West Bromwich) e di Liberty Steel Newport (Galles). A conti fatti la ristrutturazione vedrà la perdita di 440 posti di lavoro.

Liberty Steel UK fa parte di Liberty House Group PTE (Singapore), di proprietà dell’imprenditore anglo-indiano Sanjeev Gupta, una holding che si occupa di commercio di metalli ferrosi e non ferrosi, riciclo, produzione di acciaio e alluminio e prodotti e servizi di ingegneria.

British Steel: 3.000 posti di lavoro a rischio

Anche 1.700 dipendenti dalla British Steel (3.000 considerando l’indotto) rischiano di perdere il lavoro nel momento in cui l’azienda dovesse chiudere il suo altoforno a Scunthorpe. Secondo l’emittente britannica Sky News, ciò potrebbe avvenire già dal mese di febbraio se non viene concordato un pacchetto di salvataggio governativo di almeno 300 milioni di sterline.

British Steel, di proprietà di un conglomerato cinese, è nel pieno di una crisi da cui sta cercando di uscire con l’ammodernamento delle sue infrastruttura per riuscire ad essere redditizia. Ma, se le cose dovesse andar male, come sembra stia per accadere, la scomparsa di British Steel potrebbe costare al governo britannico fino a 1 miliardo di sterline.

Tutto questo avviene mentre il fabbisogno di acciaio del Regno Unito è previsto aumenterà del 20% per alcuni grandi progetti infrastrutturali che il paese ha già pianificato di realizzare.

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