Ci lavorano due miliardi e mezzo di persone e rappresenta probabilmente il 20% dell’attività economica totale del mondo.
È il mercato nero che ha trovato anche un nome riconosciuto internazionalmente: il Sistema D. Una frase gergale che deriva dalla parola francese débrouillard, cioè una persona piena di risorse e autosufficiente. In italiano diremmo una persona che dell’arte di arrangiarsi ha fatto una professione. Un débrouillard capisce come ottenere ciò di cui ha bisogno, indipendentemente dagli ostacoli, costituiti quasi sempre dalle leggi o dai controlli dei prezzi messi in atto dal governo.
Ci sono moltissimi débrouillards in tutto il mondo.
Nel 2009, secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), c’erano circa 1,8 miliardi di persone che avevano lavori non ufficiali, non registrati, non regolamentati e, spesso, non tassati. In quegli anni, la metà della popolazione mondiale era in età lavorativa.
Sempre secondo l’OCSE, entro il 2020, i due terzi della forza lavoro mondiale entreranno a far parte del Sistema D.
Débrouillard per necessità…
L’OCSE considera chiunque tra i 15 e i 64 anni “in età lavorativa“. A metà del 2018, circa il 65% dei 7,7 miliardi di persone nel mondo era in età lavorativa; sono circa 5 miliardi di persone. Se soltanto la metà di loro si affida al Sistema D per sostenere se stessi e le proprie famiglie, il loro numero arriva a 2,5 miliardi di persone.
La maggior parte di questi 2,5 miliardi di persone sono débrouillard per circostanze più che per scelta. Vivono in paesi come il Venezuela, lo Zimbabwe o la Nigeria, dove l’unico modo per acquistare i beni e i servizi di cui hanno bisogno è infrangere la legge.
Il Venezuela è un grande esempio. I beni di consumo di base come cibo e medicine non sono più disponibili nei negozi o nelle farmacie. L’unico modo per ottenerli è attraverso il Sistema D.
Ma, per stare in Europa, anche in paesi come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia moltissime persone sono sempre state costrette ad arrangiarsi come meglio potevano, al di là di quello che leggi e regolamenti imponevano.
Uno studio del 2012 ha concluso che il mercato nero rappresenta oltre un quinto del PIL globale. Poiché il PIL globale attuale arriva a circa 80.000 miliardi di dollari, il Sistema D vale 16.000 miliardi. Se il mercato nero fosse un paese, avrebbe il secondo PIL più grande del mondo, dopo gli Stati Uniti.
I governi odiano i mercati neri
Ovviamente, i governi di tutti i paesi odiano il mercato nero perché non possono controllarlo. Per esempio, in Venezuela, dove l’inflazione ha raggiunto quasi il milione percento l’anno, il governo ha imposto rigidi controlli sui prezzi. Ma, dal momento che non è per nulla redditizio vendere beni o servizi a prezzi statali, i beni sono diventati indisponibili. A meno di non rivolgersi al mercato nero, grazie ai débrouillards. Anche se il governo incolpa il mercato nero dei guai economici del Venezuela, ironia della sorte, i débrouillards potrebbero essere l’unica ragione per cui l’economia del paese non è completamente crollata.
Anche se esistono alcuni mercati neri maligni (la tratta di esseri umani o la schiavitù per esempio), la maggior parte delle attività del Sistema D si basa su transazioni volontarie tra acquirenti e venditori.
Quando il Sistema D è l’unico mezzo per sopravvivere
I governi hanno molti strumenti a loro disposizione per combattere il mercato nero. I controlli sui prezzi e i controlli sui cambi sono due strategie comuni. Un altro è vietare, limitare o regolare le forme più popolari di pagamento, come i contanti o le criptovalute.
Le lotte della gente comune per superare gli ostacoli per ottenere i beni e i servizi di cui hanno bisogno per sopravvivere sono eroiche. Per molti, il Sistema D è letteralmente l’unico mezzo di sopravvivenza.
La prossima volta che sentirete parlare di lavoratori in nero, di mercato nero, di pagamenti in nero o di darknet, non pensate subito e soltanto a trafficanti di esseri umani, terroristi o attività criminali. Dentro il Sistema D ci sono un sacco di persone che si arrangiano come possono per sopravvivere e, insieme a loro, c’è la libertà di tutti noi di avere una via di fuga quando le leggi diventano insopportabili e i governi dei tiranni.
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