Siderurgia fuori pericolo? Luci e ombre sul mercato che ci aspetta

La tempesta che ha travolto la siderurgia lo scorso anno, provocherà cambiamenti permanenti e strutturali sul mercato?

Mentre i prezzi di una delle materie prime più importanti del mondo sembrano stiano aumentando nelle ultime settimane, gli operatori di mercato sanno bene che l’acciaio non è ancora fuori pericolo.

Innanzitutto, non si può ancora dire che la tendenza si sia invertita dal declino a lungo termine che abbiamo visto nel 2022. Molte acciaierie di tutto il mondo rimangono chiuse e la domanda continua a oscillare. D’altronde, l’industria siderurgica ha dovuto sopportare la crisi energetica in Europa, gli effetti disastrosi della politica zero-COVID in Cina, gli alti tassi di interesse che hanno rinforzato il dollaro e la crisi delle catene di approvvigionamento aggravate dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni contro la Russia. Un cocktail di eventi depressivi che avrebbero potuto affossare la siderurgia per anni.

Uno stress enorme per acquirenti e consumatori

Dal punto di vista degli acquirenti di acciaio questa tempesta perfetta ha provocato uno stress enorme che, con tutta probabilità persisterà anche nel primo trimestre di quest’anno. Tuttavia, se proprio vogliamo eleggere il peggiore tra tutti i fattori negativi che stanno affliggendo il mercato, dovremmo indicare certamente la riduzione della produzione di metallo. Infatti, chi consuma acciaio non può prescindere dalla disponibilità fisica del metallo per poter dar da mangiare agli impianti produttivi.

Naturalmente, esiste anche un problema di prezzo. Proprio recentemente ArcelorMittal (ma anche Nucor e molte altre acciaierie) hanno rapidamente aumentato i prezzi dei coils laminati a caldo (HRC), nella speranza di sfruttare a pieno i rialzi a breve termine che stanno prendendo piede sul mercato siderurgico. In questo contesto, è bene fare attenzione che, al momento, l’azione dei prezzi degli HRC non ha forza sufficiente al rialzo per poterla considerare una vera inversione di tendenza.

Ma c’è sempre qualcosa di positivo…

In mezzo a tutto questo bailamme, come sempre avviene, il mercato si muove alla ricerca di nuovi equilibri, provocando alcuni cambiamenti che potrebbero essere positivi anche per i consumatori d’acciaio. Innanzitutto, ormai tutti gli uffici acquisti hanno capito l’importanza di ampliare le proprie opzioni di acquisto, anche e soprattutto in termini geografici. Inoltre, alcuni paesi hanno fatto crescere la produzione interna (come nel caso dell’India) rendendo il sistema industriale nazionale resiliente a shock geopolitici esterni.

Insomma, verrebbe la voglia di dire che non tutti i mali vengono per nuocere. La siderurgia dei prossimi anni, o quantomeno quella parte che è sopravvissuta, avrà spalle più larghe e catene di approvvigionamento più resistenti. Rimane un solo dubbio a riguardo: dove saranno dislocate nel mondo le nuove industrie siderurgiche e quanti impianti saranno rimasti nella nostra vecchia Europa?

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