Le preoccupazioni per il cibo hanno innescato il protezionismo alimentare

Mentre sempre più paesi innalzano barriere all’esportazione di beni alimentari, i timori di problemi per l’approvvigionamento di cibo stanno crescendo in tutto il mondo.

Il conflitto in Ucraina e le sanzioni tra Occidente e Russia hanno messo in primo piano il tema della sicurezza energetica. Tuttavia, non è la sola priorità a cui dovrebbe guardare l’Europa.

Infatti, visto che abbiamo dichiarato una guerra delle sanzioni ad uno dei maggiori esportatori mondiali di grano, anche la sicurezza alimentare dovrebbe essere al primo posto nelle agende dei politici europei e, ancor di più, di quelli italiani.

L’allarme alimentare fa innalzare le barriere all’esportazione

Il governo ungherese ha capito subito l’importanza della questione e ha stabilito di avere la priorità nell’acquisto di tutto il grano e il mais destinati all’esportazione. Nel frattempo, Moldavia e Serbia hanno limitato le vendite di colture come grano e zucchero, mentre anche la Bulgaria ha stanziato fondi governativi per aumentare le riserve nazionali di cereali. In Francia ci sono pressioni sul governo per fare scorte di cereali, nel timore che le forniture possano esaurirsi.

L’allarme alimentare non è ingiustificato. L’Ucraina produce il 10% delle esportazioni mondiali di grano, il 14% delle esportazioni di mais e circa la metà dell’olio di girasole mondiale (dati dello US Department of Agriculture). La Russia è il più grande esportatore mondiale di grano, rappresentando oltre il 18% delle esportazioni mondiali.

La nuova era del protezionismo alimentare

Quello che sta succedendo in Ucraina cambierà il nostro approccio e la nostra visione del futuro dell’agricoltura” sono le parole del Commissario all’Agricoltura dell’Unione Europea. Come a dire che l’Europa sta per entrare in una nuova era di protezionismo alimentare, con barriere alle esportazioni e l’accumulo di riserve strategiche di cibo.

Le preoccupazioni alimentari stanno contagiando anche i mercati al di fuori dell’Europa. Ad esempio, l’Indonesia, primo produttore mondiale di olio di palma, sta aumentando i dazi all’esportazione per rendere più conveniente vendere sul mercato interno. L’Argentina, il più grande esportatore di farina di semi e olio di soia, sta impedendo ai traders di esportare, mentre l’Egitto ha vietato l’esportazione di prodotti di base come farina, lenticchie e grano per almeno tre mesi. Purtroppo, ogni divieto di esportazione è un passo in più verso una maggiore instabilità nel resto del mondo.

Abbiamo vissuto una pandemia, stiamo vivendo una guerra, ci aspetta forse anche una carestia?

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