Profitti miliardari dalle commodities: un affare di famiglia per Cargill

Uno dei giganti delle materie prime a livello mondiale ha realizzato quest’anno profitti che mai aveva visto nei suoi 157 anni di storia: quasi 7 miliardi di dollari.

Il business delle commodities sembra un gioco da ragazzi: comprare materia grezza a destra e rivenderla a sinistra a prezzi maggiorati. Se riesci a farlo bene per tante volte, i guadagni sono assicurati e, se sei un gigante del settore, le cifre diventano enormi.

Quasi 7 miliardi di dollari di profitti in un anno

Proprio come nel caso della Cargill Inc., un’azienda familiare statunitense che nell’ultimo anno ha guadagnato la cifra record di 6,68 miliardi di dollari. Non fatevi però ingannare dall’espressione azienda familiare. La Cargill è infatti in mano per oltre il 90% ai discendenti del fondatore, ma è un’azienda valutata circa 90 miliardi di dollari, più o meno come la capitalizzazione di mercato di società del calibro di Goldman Sachs Inc. o BlackRock Inc. Se fosse quotata in borsa sarebbe tra le più grandi di Wall Street.

Con circa 155.000 dipendenti in 70 sedi internazionali, è la più grande azienda privata degli Stati Uniti. Si occupa di commercio di grano e altri prodotti agricoli, energia, acciaio, bestiame, mangimi, fertilizzanti e, nell’ultimo anno fiscale, ha fatturato 165 miliardi di dollari.

La ricetta vincente per commerciare sui mercati delle materie prime

Anche se la ricetta per aver successo nel commercio di materie prime sembra semplice (comprare a meno e vendere a qualcosa di più), non tutti riescono a guadagnare, soprattutto in tempi turbolenti e rischiosi come quelli che stiamo attraversando. Ma il caos nelle catene di approvvigionamento innescato dal Covid-19 e la guerra in Ucraina hanno scatenato vortici tempestosi sui mercati delle commodities, dando la possibilità di realizzare guadagni sbalorditivi.

Nel mezzo di questa tempesta, la Cargill era in vantaggio sulle grandi società europee ed americane quotate in borsa e nel mirino delle autorità di controllo, pronte ad accusarle di approfittare dei disordini politici e sociali. Infatti, come accennato, la Cargill è una società privata, gestita da due famiglie miliardarie, che non deve rivelare pubblicamente i suoi conti e, soprattutto, non è costretta ad inseguire obbiettivi di breve termine per accontentare gli azionisti.

I panni sporchi è meglio lavarli in famiglia

Tutto questo consente a Cargill di volare sotto il radar, un grosso vantaggio per operare più efficacemente sul mercato delle materie prime e di uscire illesa dalle accuse di sfruttamento del lavoro minorile nella produzione di cotone, di contaminazione alimentare, di deforestazione per le piantagioni di olio di palma e cacao, di inquinamento atmosferico e di evasione fiscale.

Adesso, come riporta Bloomberg, visti i profitti stratosferici di quest’anno, i politici statunitensi potrebbero cominciare a fare domande su come è maturata questa fortuna e per un’azienda come Cargill, abituata a pulire i panni sporchi in famiglia, potrebbe risultare spiacevole rispondere pubblicamente a domande circa i propri affari miliardari.

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