Enormi cuffie alle orecchie, un bastone metallico in mano e un passo lento lungo una traiettoria ondivaga. Le cuffie non sono collegate allo smartphone e il bastone non è quello di un cieco. Si tratta semplicemente di un cacciatore di tesori con il suo metal detector (in italiano è il cercametalli), che ascolta i segnali che gli arrivano in cuffia per sapere se sotto il terreno si trova qualche oggetto metallico.
Il metal detecting è un passatempo spesso solitario, lento, che il più delle volte porta a scoprire poco più di qualche bottone o un ago da cucito. Ma in oggetti così comuni sepolti nel terreno, c’è spesso una foto di un’Italia persa nel tempo. Bottoni, fermagli per capelli, spiccioli: tutte perdite accidentali e non sepolte deliberatamente. Tuttavia, attraverso tali scoperte, molte storie cadute nell’abisso degli anni, tornano alla luce.
Storie lontane che tornano alla luce
È possibile immaginare uomini che lavoravano i campi in una calda giornata, che si tolgono il gilet, perdendo un bottone. Oppure un ago perso dalle mogli dei contadini che sedevano sul bordo del campo, cucendo, mentre gli uomini lavoravano.
Forse per queste ragioni il metal detecting come hobby sta diventando sempre più popolare. O forse per scoperte eclatanti come quella di Hoxne Hoard (Regno Unito).
Un tesoro da 2 milioni di dollari
Il 16 novembre 1992, Eric Lawes si recò con il suo metal detector in un campo di Hoxne, su richiesta di un agricoltore del posto che aveva perso il martello. Lawes non trovò il martello, ma scoprì qualcos’altro: posate, monete e gioielli d’argento e d’oro. Arrivò subito una squadra di archeologi che portarono alla luce quello che divenne noto come la più grande scoperta di manufatti tardo-romani mai realizzati in Gran Bretagna. Il tesoro di Hoxne Hoard valeva 1,75 milioni di sterline (oltre 2 milioni di dollari), una cifra che la Corona Britannica pagò a Eric Lawes, secondo le regole del tempo.
Lawes condivise la ricompensa con l’agricoltore che aveva perso il martello e il tesoro di Hoxne Hoard è al British Museum (Londra), dove può essere ammirato ancora oggi.
Ma non è certo un modo per fare soldi facili
La storia del metal detecting risale a 2 secoli or sono, quando Gustave Trouvé, un ingegnere francese, lo inventò nel 1874. Il suo obbiettivo era quello di trovare e rimuovere proiettili dalle persone. Ma fu un ingegnere dell’esercito polacco, il tenente Józef Kosacki, a realizzare il primo metal detector portatile nel 1941. Da allora divenne uno strumento assai utile come rilevatore di mine terrestri e centinaia di migliaia di rilevatori di mine antiuomo furono usati dagli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ma gli esperti di questo hobby non lo fanno aspettandosi di trovare un altro Hoxne Hoard. Tuttavia, alcuni neofiti si aspettano proprio di scoprire qualche tesoro nascosto, pensando che il metal detecting sia un modo per fare soldi facili.
In realtà, è assai più facile giocare e vincere alla lotteria che trovare qualcosa di prezioso durante una ricerca con il metal detector. Ma il tempo trascorso in pace e tranquillità a passeggiare a caccia di oggetti metallici che sono piccole traccie lasciate dai nostri antenati, vale ben più di un tesoro.
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