La guerra non finirà presto e le forniture di acciaio continueranno a soffrire

È sempre più chiaro che la guerra tra Russia e Ucraina si prolungherà nel tempo. Nel frattempo, perdureranno i problemi per le forniture di materie prime, acciaio compreso.

Le ultime notizie circa la guerra in Ucraina non sono buone per i consumatori di acciaio.

La conclusione del conflitto non sarà rapida. Due terzi delle forze russe si sono ritirate da Kiev poiché la gestione con successo di operazioni militari su più fronti si è rivelata impossibile. Tuttavia, la ritirata momentanea dei russi non è certo un segnale che la guerra finirà presto. Secondo gli analisti della Difesa statunitense, adesso che l’attenzione della Russia si è spostata sulla regione ucraina del Donbas, è assai probabile che il conflitto diventerà più convenzionale e prolungato.

Prezzi in continua crescita, e non solo in Europa

Quindi, i gravi problemi alle forniture di materie prime, acciaio compreso, sono destinati ad accompagnarci per molto tempo. Non per nulla i prezzi dell’acciaio in Europa sono balzati a nuovi massimi storici, mentre negli Stati Uniti hanno ripreso a crescere.

Come se non bastasse la guerra, l’Unione Europea ha sanzionato la Russia vietando l’importazioni di prodotti siderurgici. Non parliamo certo di prodotti di poco conto visto che, secondo Bloomberg, la Russia e l’Ucraina rappresentano circa un quinto delle importazioni di acciaio in Europa e oltre il 60% delle forniture di ghisa negli Stati Uniti. Inoltre, l’acuirsi della crisi energetica ha spinto numerosi produttori siderurgici a fermare o a ridurre la produzione.

Il risultato di tutto questo è facile da immaginare. Prezzi in continua crescita, non solo in Europa, ma anche a livello globale.

Prezzi ancora più tesi per i prodotti zincati a caldo

Nel caso poi dei prodotti zincati a caldo (HDG), la situazione è ancora peggiore, visto che i prezzi dello zinco aggiungeranno ulteriori pressioni verso l’alto.

Infatti, l’aumento dei costi energetici ha sostanzialmente ridotto la fusione del metallo galvanizzato. Nystar, fonderia olandese con una capacità di 720.000 tonnellate all’anno, è arrivata alla conclusione che tenere accesi tutti gli impianti non era economicamente fattibile. Perciò, ha deciso riduzioni della produzione totale fino al 50%. Nystar è un gigante del settore e rappresenta circa il 16% della produzione mondiale di zinco raffinato.

A peggiorare le cose, le scorte di zinco nei magazzini LME continuano a diminuire, tanto che cominciano a circolare voci che potrebbe verificarsi presto un disastro come già accaduto con il nichel.

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