Per la siderurgia europea, dopo mesi di sofferenze, le cose sembra si stiano mettendo meglio grazie soprattutto al mercato dei coils d’acciaio che riesce a sostenere prezzi in crescita.
Circa un anno fa, i prezzi dei coils europei erano volati alle stelle poiché gli acquirenti erano stati presi dal panico dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. La paura di rimanere senza acciaio era alimentata da tensioni geopolitiche che nessuno sapeva come si sarebbero concluse.
Lo stop agli altoforni del 2022
Tuttavia, l’offerta di metallo si è mantenuta su livelli normali, mentre la domanda ha cominciato a soffrire. Di conseguenza, i prezzi dei coils hanno iniziato a diminuire, incamminandosi lungo un trend negativo che è proseguito fino alla fine dello scorso anno. Come spesso avviene in questi casi, i produttori di coils in tutta Europa hanno ridotto la produzione, fermando alcuni altiforni per ridurre l’offerta e frenare il calo dei prezzi.
Nel frattempo, i distributori hanno dato fondo alle scorte accumulate durante il primo semestre del 2022. Il conseguente ri-stoccaggio, combinato con la minor disponibilità di metallo in un momento di alti costi dell’energia, ha infiammato i prezzi.
Le acciaierie sono moderatamente ottimiste
Così, alcuni degli altiforni inattivi sono tornati operativi dall’inizio di quest’anno, mentre i produttori di acciaio europei riscontrano a un certo miglioramento della domanda e dei prezzi. Dall’altro lato della barricata, quello dei compratori, esiste però una certa preoccupazione che prezzi più alti non siano sostenibili a causa di una domanda sostanzialmente stabile e una disponibilità di coils crescente.
Per completare il quadro va anche considerato che è diminuito il materiale importato dall’Asia. Per avere HRC asiatici ci sono lunghi tempi di consegna e i prezzi non sono troppo convenienti. A ciò si aggiunge che la Turchia ha interrotto le sue esportazioni per il terremoto di febbraio.
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