Doing Business 2020: meglio il Kenya dell’Italia per fare affari

Regolamentare il mondo degli affari non è di per sé una cosa brutta… ne una cosa buona. Si tratta di prevenire lo sfruttamento dei lavoratori, di proteggere l’ambiente, di mantenere efficienti le infrastrutture o di rendere le società responsabili delle loro azioni.

Certo è che, se i livelli di regolamentazione diventano troppo alti e le interferenze dello stato troppo invasive, il sistema diventa inefficiente. La libertà, anche nel mondo degli affari, è un bene prezioso.

La discesa dell’Italia

Lo sappiamo bene noi italiani, che abbiamo visto con il passare degli anni cosa significhi l’eccessiva regolamentazione per il mondo degli affari e per l’economia del paese. Secondo il Doing Business 2020, lo studio annuale rilasciato dalla Banca Mondiale che prende in esame 190 economie, l’Italia è in 58esima posizione, dietro a Kenya e Kossovo (nel 2009 l’Italia occupava la 51esima posizione).

Nel mondo però, non tutti fanno come l’Italia e, come nel caso del Kenya (nel 2013 occupava la 121esima posizione), si stanno muovendo verso una maggiore efficienza e verso un maggior supporto alla libertà di fare business. I paesi che hanno scalato più posizioni in classifica, nel corso di quest’anno, sono Arabia Saudita, Giordania, Togo, Bahrain, Tagikistan, Pakistan, Kuwait, Cina, India e Nigeria.

Ma i migliori paesi per fare affari sono la Nuova Zelanda, Singapore, Hong Kong e la Danimarca. In Nuova Zelanda serve solo mezza giornata per avviare un’attività e il numero di procedure necessarie è bassissimo: una soltanto!

I peggiori del mondo in assoluto? Venezuela, Eritrea e Somalia.

Ma ecco una panoramica di quali sono i paesi dove, secondo il Doing Business 2020, è più facile fare affari (e anche dove è più difficile).

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