Non basta avere una buona idea per avviare un’attività economica.
Oltre ad investire molto tempo per formulare e creare l’impresa, serve spesso un certo capitale. Una nuova attività richiede il pagamento di licenze, permessi e approvazioni, oltre a requisiti minimi di capitale disponibile, variabili da paese a paese.
Il rapporto Doing Business 2020 della Banca Mondiale ha preso in esame il costo di avvio di una società a responsabilità limitata (SRL in Italia) di piccole e medie dimensioni nelle più grandi città d’affari in 190 diversi paesi. Il quadro che emerge è di paesi con costi estremamente bassi per incoraggiare le nuove attività economiche e altri che hanno costi elevati per proteggere le attività esistenti o semplicemente per incassare più soldi da chi ha spirito imprenditoriale.
Italia penultima in classifica
L’Italia fa parte di questa ultima categoria di paesi e, penultima in classifica davanti soltanto agli Emirati Arabi Uniti, ha un costo per avviare un’impresa di 4.876 dollari. Nella parte opposta della classifica (prima posizione) troviamo la Slovenia dove non ci sono costi per le nuove imprese, anche se esiste il requisito di un capitale minimo di 7.500 euro.
Prendendo invece in considerazione i paesi sviluppati e il costo dell’avvio rispetto al reddito mensile, scopriamo che i paesi più convenienti sono Regno Unito, Danimarca, Irlanda, Corea del Sud e Nuova Zelanda. In questi paesi i costi di avviamento sono di appena dall’1% al 2% del reddito mensile.
Ecco i paesi dove sono più bassi i costi per avviare una nuova azienda…
- Venezuela, Ruanda e Slovenia (costo= 0 dollari)
- Kyrgyzstan e Sudan (costo= 8 dollari)
- Timor Est (costo= 10 dollari)
- Azerbaigian (costo=11 dollari)
- Kazakistan e Ucraina (costo=12 dollari)
- Egitto e Sudafrica (costo=13 dollari)
- Mauritania e Uzbekistan (costo=14 dollari)
- Cile (costo= 16 dollari)
- Regno Unito (costo= 17 dollari)
- Bielorussia (costo= 18 dollari)
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