Dimagrisce ancora la siderurgia UE. ArcelorMittal chiude altoforno

Dopo quelli in Polonia, Spagna e Germania, ArcelorMittal spegnerà a inizio dicembre anche l’altoforno dello stabilimento di Foss-sur-Mer, in Francia.

Si ferma un altro altoforno in nell’Unione Europea (UE). Non è il primo a fermarsi e non sarà nemmeno l’ultimo.

ArcelorMittal, uno dei maggiori produttori di acciaio al mondo, ha deciso lo stop di uno dei due altiforni dello stabilimento di Foss-sur-Mer, in Francia.

Uno stabilimento da 2.500 persone

Quasi superfluo riportare i motivi di tale decisione: rallentamento della domanda di acciaio e impatto devastante dei prezzi dell’energia. Come ben sanno tutti gli operatori del settore, le condizioni macroeconomiche stanno peggiorando, i prezzi dell’energia sono diventati insostenibili e le importazioni di acciaio a prezzi competitivi in Europa continuano a crescere.

Nel caso dello stabilimento di Fosse-sur-Mer, dove sono impiegate 2.500 persone, le previsioni degli ordini per la fine del 2022 e l’inizio del 2023 erano pesantemente in calo.

Non si tratta della prima misura del genere che ArcelorMittal ha deciso in Europa. Dall’inizio di questo autunno, per la difficile situazione economica, l’azienda ha iniziato a chiudere alcuni altiforni (BF) in Francia, in Polonia, in Spagna e in Germania.

Tutta la siderurgia europea è a capacità ridotta

Il 29 settembre, ArcelorMittal ha fermato l’altoforno dello stabilimento di Gijon, in Spagna (con una capacità di 4,5 milioni di tonnellate di acciaio all’anno). Inoltre, ha ritardato l’avvio del suo forno elettrico ad arco (EAF) dopo la manutenzione ad agosto presso l’impianto di Cestao, sempre in Spagna (ad oggi, non è ancora stato deciso se e quando ripartirà). Stessa sorte per uno degli altiforni dello stabilimento spagnolo di Acería Compacta de Bizkaia.

Anche ad Amburgo (Germania), l’impianto di riduzione, con una capacità di 600.000 tonnellate di acciaio laminato all’anno, è stato fermato.

ArcelorMittal non è l’unica azienda che sta dimagrendo in Europa. Da agosto, le aziende siderurgiche del continente hanno ridotto o interrotto massicciamente la produzione a causa degli alti prezzi dell’elettricità e della debole domanda di acciaio. Di fatto, la maggior parte di loro sta già lavorando con capacità significativamente ridotta.

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