Se in Italia il settore siderurgico è zavorrato dai crescenti costi energetici, nel Regno Unito le cose vanno ancor peggio. Rispetto alla Germania, per esempio, i costi inglesi sono tre volte maggiori.
Secondo Make UK, l’associazione delle aziende manifatturiere britanniche, il settore versa in una situazione drammatica e senza precedenti, con costi energetici quadruplicati nel giro di un mese.
Diverse ore al giorno di fermo della produzione
Un po’ come sta succedendo in altri paesi d’Europa, i produttori di acciaio, qualche volta, sono stati costretti a fermarsi. Ma per gli inglesi le cose stanno così da almeno sei settimane, con diverse ore al giorno di fermo della produzione. I picchi di prezzo sono diventati la norma anziché l’eccezione e, come ha recentemente lamentato British Steel, da 250 sterline al megawattora si è passati a più di 1.000 sterline al megawattora. In pratica, i prezzi rimangono sui livelli massimi per diverse ore ogni giorno prima di scendere e, solo allora, diventa economico riavviare la produzione.
In questo modo la siderurgia britannica sta perdendo la sua competitività, soprattutto contro i suoi grandi rivali di sempre, come la Germania o la Turchia.
Produrre a singhiozzo genera una quantità maggiore di anidride carbonica
Paradossalmente, il funzionamento a singhiozzo di un settore energivoro come quello siderurgico è un danno anche per l’ambiente. Infatti, viene emessa più anidride carbonica con impianti accesi-spenti-accesi di quanta ne verrebbe emessa se funzionassero costantemente.
Fino ad ora il governo britannico ha deciso di non intervenire, probabilmente con l’idea di lasciare fare al mercato o, in altre parole, di abbandonare le aziende al loro destino.
Non è certo una consolazione ma, quando arriva la fattura dell’energia da pagare, gli imprenditori siderurgici italiani possono sempre pensare a quanto costa di più produrre acciaio Made in England.
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