Arrivano i dazi sui laminati di alluminio cinesi. Chi pagherà il conto?

L’Unione Europea ha annunciato la fine della sospensione temporanea dei dazi antidumping sui prodotti laminati di alluminio cinesi.

Ritornano i dazi antidumping sui prodotti laminati di alluminio nell’Unione Europea (UE) provenienti dalla Cina. Una scelta discutibile, soprattutto in un momento in cui il mercato è molto rigido, con il rischio di un aumento dei prezzi che i consumatori dovranno pagare a qualsiasi fornitore, indipendentemente che sia cinese o no.

Tra l’altro, anche il Regno Unito ha adottato misure simili proprio la scorsa settimana, annunciando dazi provvisori (6 mesi) sulle importazioni di estrusi di alluminio dalla Cina.

Dazi necessari, ma non per tutti

La Commissione Europea ha deciso di mettere fine alla sospensione temporanea dei dazi in scadenza a luglio, dopo essersi consultata con le parti interessate. Visto che nel continente risultava capacità inutilizzata (l’utilizzo medio è stato riscontrato a circa l’80%), è stato ritenuto necessaria la reintroduzione dei dazi.

I prodotti coinvolti includono coils, nastri, fogli e lastre, ma esclude quei prodotti in alluminio utilizzati nella produzione di lattine, automobili e parti di aeromobili. Probabilmente, una conseguenza della pressione della lobby dei consumatori di questi settori.

Tutto ciò avviene mentre le esportazioni cinesi di alluminio cinese sono in forte crescita. Infatti, il prezzo del primario SHFE (Shanghai Futures Exchange) inferiore rispetto a quello LME (London Metal Exchange), l’aumento della produzione interna con una domanda in contrazione e le fonderie europee chiuse per la crisi energetica, hanno attirato l’alluminio cinese in Europa.

Quando i dazi fanno più male che bene

Ma chi verrà penalizzato dai nuovi dazi? Favoriranno davvero i produttori o i consumatori europei? I dubbi a riguardo sono molti, visto che in casi del genre si è visto che quando i paesi impongono dazi all’importazione, spesso non riescono a penalizzare il produttore, ma invece colpiscono l’importatore o, ancor peggio, il consumatore. Per esempio, proprio lo scorso mese il Regno Unito ha applicato dazi del 35% al ​​materiale russo, con la conseguenza che chi ha pagato è stato il mercato inglese che ha visto crescere i prezzi.

Ciò è particolarmente vero quando il mercato è ingessato per carenza di materiale, come sta accadendo nella UE. In questo caso, i dazi finiscono per aumentare il prezzo di mercato che i consumatori sono costretti a pagare da tutti i fornitori. Infatti, in questi casi, anche i fornitori non colpiti dai dazi approfittano della scarsità di metallo per aumentare i prezzi appena al di sotto del livello antidumping.

Si pensava che le nuove esportazioni di alluminio cinese in Europa potessero essere un sollievo per i consumatori, ma la Commissione Europea ha deciso che non sarà così.

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