Acciaio Russia-Ucraina. Preoccupazioni per le forniture di prodotti piani

La crisi tra Russia e Ucraina potrebbe creare un grosso buco nell’offerta di prodotti piani nell’Unione Europea.

La situazione è così grave che nessuno sa bene come possa andare a finire. Il mercato siderurgico europeo sta per essere travolto dallo tsunami degli eventi ucraini e l’unica cosa certa è che i prezzi saliranno.

Le sanzioni occidentali contro la Russia e l’interruzione della produzione ucraina sbriciolano l’offerta e aumentano i costi energetici. Nei paesi dell’Europa Centrale ed Orientale gli effetti già si sentono.

Russia e Ucraina tra i primi cinque esportatori di acciaio a livello globale

Ucraina e Russia sono tra i primi cinque esportatori di acciaio a livello globale. Il più grande produttore siderurgico ucraino, Metinvest, ha interrotto la produzione nei suoi stabilimenti di Mariupol e ArcelorMittal Kryvyi Rih (AMKR) ha ridotto la produzione al minimo tecnico. Il commercio dalla regione del Mar Nero è ai minimi e, con la rimozione di alcune banche russe dal sistema finanziario SWIFT, molti acquirenti hanno già iniziato a cercare nuovi fornitori.

La regione della CSI (nove delle ex repubbliche sovietiche) è un’importante fonte di approvvigionamento di coils laminati a caldo per gli acquirenti europei. Insieme, Russia e Ucraina hanno venduto 2,6 milioni di tonnellate all’Unione Europea (UE) nel 2021, oltre il 28% delle importazioni. La sola Metinvest ha venduto oltre 940.000 tonnellate alla Turchia lo scorso anno e il suo stop produttivo darà un duro colpo ad un altro fornitore chiave per l’Europa.

La Turchia potrebbe interrompere la produzione di prodotti finiti in acciaio

Secondo Argus, da quell’area la UE ha importato 370.486 tonnellate di coil laminati a freddo nel 2021 (15.434 tonnellate dalla Russia e 355.052 tonnellate dall’Ucraina). Inoltre, quasi il 10% delle esportazioni di coil laminati a freddo dell’Ucraina è andato alla Turchia che, a fronte di un calo delle esportazioni russe ed ucraine, potrebbe interrompere la produzione di prodotti finiti in acciaio.

Ma c’è di più… l’Unione Europea importa dalla CSI anche prodotti zincati a caldo, 367.801 tonnellate dalla Russia e 286.363 tonnellate dall’Ucraina (2021).

Adesso, alcuni analisti si aspettano che le fabbriche russe sposteranno le vendite in Asia, soprattutto in Cina, provocando un terremoto nei flussi commerciali globali. Cinesi ed altri acquirenti asiatici compreranno tutto il materiale destinato ai consumatori europei e venderanno più prodotti lavorati verso l’Europa. Quello che esce dalla porta rientra dalla finestra, a spese naturalmente dei consumatori europei.

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